SIMONA BALLATORE
Cronaca

Da Sondrio alla Bicocca, Federico: "A Milano ho trovato l’autonomia"

Il giovane racconta: "Era una sfida, ora la laurea è vicina"

Federico Luzzi ha 21 anni, studia informatica e vive nel campus dell'ateneo

Federico Luzzi ha 21 anni, studia informatica e vive nel campus dell'ateneo

Milano, 3 ottobre 2018 - Si è trasferito a Milano da Talamona, in provincia di Sondrio, per l’università: era una sfida. Non solo Federico Luzzi, 21 anni, è riuscito a frequentare assiduamente, superando ogni ostacolo, ma è al terzo anno e a un passo dalla laurea in Informatica. «Certo, all’inizio non è stato semplice, qualche volta devo allungare un po’ il percorso per evitare qualche scalino, ma Bicocca è accessibile, non mi posso proprio lamentare», sorride. Federico si sposta sulla sua sedie a rotelle elettrica di lezione in lezione. «Non dico che sono finito a studiare per caso, ma all’inizio non ero molto convinto - confessa - un po’ perché pensavo di non aver molta voglia di studiare, un po’ per le difficoltà che avrei dovuto incontrare. Ma sono andato all’Open Day, e ho visto che la struttura poteva essere comoda per chi come me è in carrozzina». Un altro compagno aveva fatto la sua scelta, poi ha dirottato su Pavia. Il professore di Informatica delle superiori insisteva con Ingegneria. «Ma a me è sempre piaciuta informatica, vengo da ragioneria “programmatori”: o quella o niente», ribadisce deciso.

E così è cominciato il suo viaggio. Con la mamma ha visitato una residenza dell’università: «I primi mesi anche lei si è trasferita per aiutarmi. Poi abbiamo trovato qualcuno che stesse con me, oggi vivo con un altro studente, abbiamo due camere, la mia attrezzata – continua Federico – l’ufficio disabilità della Bicocca funziona. Pensavo non ce l’avrei mai fatta, che fosse un tentativo di pochi mesi...». E invece eccolo lì, con un bel 30 e lode anche negli algoritmi, il suo forte. «All’inizio è stato complicato ma poi ci si organizza – sorride – vivo a Milano dal lunedì al venerdì e sabato e domenica torno a Sondrio. Milano mi ha permesso di essere più autonomo e riesco ad andare ovunque. Certo, a volte devo trovare percorsi alternativi, ma arrivo in ogni aula».

Non ha l’obbligo di frequenza ma frequenta eccome, mentre valuta l’argomento di tesi e lo stage. «Penso di farlo in università, poi credo di proseguire negli studi ma se anche trovassi un lavoro qui a Milano non mi spiacerebbe, mi trovo bene. Le barriere ci sono ancora in tante città, è innegabile, i limiti sono superabili». Ed è con questo spirito che invita altri a provare. «Non è detto che ci si riesca, ma anche solo provarci vale la pena. È fondamentale la volontà, superare i primi ostacoli. Io lo rifarei».

All'università di Milano-Bicocca studiano oggi più di 700 studenti con disabilità o dsa, circa il 2 per cento della popolazione studentesca. Ognuno ha il suo percorso individuale, dall’accoglienza allo studio. In questi giorni e fino al 5 ottobre è in corso la prima edizione dei B.inclusion Days: eventi didattici, sportivi e teatrali per coinvolgere la comunità universitaria nelle attività e nei servizi rivolti alle matricole e agli studenti con disabilità e disturbi specifici di apprendimento. Lezioni al buio in collaborazione con l’Istituto dei Ciechi, didattica senza barriere, esplorazioni geologiche alla portata di tutti grazie alla realtà immersiva. Un viaggio nella dimensione inclusiva dell’università con novità per i docenti: l’avvio di un corso di formazione ad hoc e la creazione di un help desk per condividere e diffondere nuove strategie di insegnamento e apprendimento che vadano incontro alle esigenze degli studenti con disabilità o dsa.