MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Strage di via Palestro, mio fratello Stefano Picerno: “Non si tirava mai indietro, era appena tornato dal viaggio di nozze”

Elisabetta, la sorella del pompiere ucciso dalla bomba di Cosa Nostra: “L’arresto di Matteo Messina Denaro è stato una piccola consolazione, ma la mafia finirà mai?”

Elisabetta Picerno (a sinistra) e suo fratello Stefano, vigile del fuoco morto nella strage mafiosa di via Palestro

Elisabetta Picerno (a sinistra) e suo fratello Stefano, vigile del fuoco morto nella strage mafiosa di via Palestro

"Mio fratello aveva 36 anni e lavorava a Milano come vigile del fuoco da 18. Iniziò per un caso, quasi per scherzo. Ma si innamorò del suo lavoro. Avrebbe chiesto il trasferimento di lì a poco per tornare nella sua città: Terni. Ma la bomba glielo impedì. Gli tolse tutto. Ci tolse tutto". Elisabetta Picerno è sorella di Stefano, tra le vittime della strage di via Palestro, che il 27 luglio del 1993 era appena tornato dal viaggio di nozze. Non era neppure di turno. "Rientrò in servizio per sostituire un collega".

Cosa lo ha portato a diventare vigile del fuoco?

"Ha letto l'annuncio di un concorso su un giornale, sfogliato in un bar quando aveva 18 anni. Ha partecipato per provare ed è stato preso subito nel Corpo. Mio fratello sembrava fatto apposta per quel mestiere: forte, atletico, agile. Soprattutto altruista. Ogni volta che succedeva qualche disgrazia, penso a terremoti o alluvioni ma non solo, in qualche parte d'Italia, lui partiva per dare una mano. Non si tirava mai indietro. Ha vinto tante medaglie, tanti riconoscimenti che neppure andava a ritirare perché non gli interessava la gloria. Noi familiari lo abbiamo scoperto solo dopo la sua morte. Mi diceva sempre: "Se salvo anche solo una vita, è un giorno vissuto bene". Ma aveva anche altre passioni, come quella della fotografia: spesso durante gli interventi scattava foto che poi venivano pubblicate sui giornali".

Quanti anni aveva, lei, all'epoca della strage?

"Ne avevo 26. Ero sua sorella più piccola. Per Stefano avevo un'ammirazione smisurata e non vedevo l'ora che tornasse a casa. La sua morte mi devastò. Quel giorno peraltro non avrebbe dovuto nemmeno lavorare".

Si trovò in via Palestro per un caso?

"Sì. Era tornato dal viaggio di nozze in Spagna quella mattina e il giorno dopo sarebbe partito per le ferie. Ma rientrò al lavoro per sostituire un collega assente".

E tutta la vostra vita è cambiata...

"Sì. Ho sempre in mente mia madre, che ora non c'è più. Non ha mai superato la perdita di Stefano e ha sempre convissuto con il dolore, anche perché nessuno ha mai pagato per queste morti e per le famiglie distrutte. Compresa la nostra".

L'arresto di Matteo Messina Denaro cosa ha rappresentato?

"Mi ha lasciato senza parole. Dopo tanti anni non pensavo lo cercassero più. In un certo senso è stata una piccola consolazione. Ma quanti boss ci sono ancora? La mafia finirà mai?"

Verrà a Milano nel giorno della commemorazione?

"Sì, ci sarò come sempre. E con i vigili del fuoco di Terni onoreremo la memoria di mio fratello nel giorno del suo compleanno, il prossimo 12 settembre. Così lo ricorderemo nel giorno della sua nascita e non della sua morte".