DAVIDE FALCO
Cronaca

Strage lontana eppure attuale: "Ecco le mie 52 rose di polvere"

Dedicato all’ecatombe di Castellazzo nel 1918 il primo racconto del libro di Davide Settembre

Strage lontana eppure attuale: "Ecco le mie 52 rose di polvere"

Strage lontana eppure attuale: "Ecco le mie 52 rose di polvere"

Lo strage di lavoratori nella fabbrica di munizioni Sutter&Thévenot di Castellazzo, a 106 anni di distanza continua a ispirare importanti opere di narrativa. Ancor prima di Ilaria Rossetti, candidata al premio Strega con “La fabbrica delle ragazze“, alla tragedia del 1918 aveva dedicato un racconto (e vinto il premio Alda Merini 2020) Davide Settembre, 53enne avvocato cassazionista originario di Matera e cittadino benemerito di Bollate. Ora l’autore ha deciso di pubblicare quel racconto in un libro intitolato “Cinquantadue rose di polvere e altri racconti“ (tante furono le giovani operaie rimaste uccise nel bombardamento, insieme a 9 uomini). Tra i soccorritori della Croce rossa c’era un giovane Ernest Hemingway, che a sua volta dedicò alla vicenda uno dei suoi “49 racconti“. L’opera di Settembre narra le indagini di un giovane giornalista che cercherà di arrivare alla verità in un intreccio tra fatti storici ed eventi metafisici e di fantasia.

Nel secondo racconto protagonista è il sogno giovanile di Rocco, avvocato, di diventare giornalista. Il terzo brano è un trattato breve sulla morte, la “scomoda signora“ percepita dall’autore con gli occhi del bambino e con quelli dell’adulto. Storie accomunate da un fil rouge “autobiografico“, sfumato nel primo racconto e dirompente negli altri due. Con tracce, neanche troppo latenti, di Dostojevskj, Eco e Allan Poe che hanno da sempre ispirato l’autore.

"La mia raccolta è una trilogia di racconti. C’è traccia degli autori che hanno rappresentato la pietra miliare della mia formazione. Dostojevsky, che è anche citato per quanto concerne la tecnica descrittiva, Allan Poe per le nervature gotiche e metafisiche del primo racconto ma ritengo che l’autore sia presente anche nel terzo. E c’è anche Umberto Eco dal quale, fresco di lettura de “Il cimitero di Praga“, ho mutuato la tecnica di alternare la prosa alle immagini per rendere più fruibile il testo. Devo ringraziare il maestro Vittorio Messori che mi ha invogliato a scrivere un libro, nel nostro comune “buen retiro“ sul Garda, fonte di inesauribile ispirazione", spiega l’autore Davide Settembre. Nel frattempo il suo sogno di fare il giornalista è diventato realtà, perché collabora con il Sole 24ore ed è già pronto per pensare a un nuovo libro.