Milano – “Ha molta voglia di incontrare il nonno, e ci spera che l’incontro con i parenti che hanno promesso di non abbandonarlo mai, avvenga al più presto”, Riccardo C., 17 anni, che ha ucciso con 68 coltellate papà Fabio, mamma Daniela e il fratellino Lorenzo di 12 anni, nella loro casa di Paderno Dugnano. Lo dice l’avvocato che difende il 17enne, Amedeo Rizza. “Già domani spero di ricevere l’autorizzazione all’incontro da parte del giudice, dice l’avvocato, poi decideremo insieme una data”. E ancora: “Riccardo è provato, non è una condizione facile, aspetta il nonno”. Poi, dopo l’incontro, i passi saranno quelli canonici del processo. La difesa chiederà una perizia psichiatrica sul 17enne. Poi si proverà a capire il movente che lo ha spinto a compiere una strage in una famiglia che, i parenti, descrivono come “perfetta”.
E anche il rapporto con il fratellino di 12 anni sembrava essere “idilliaco”. I primi esiti delle autopsie effettuate hanno confermato il quadro dei primi accertamenti dei giorni scorsi del medico legale, che aveva evidenziato un totale di 68 coltellate, la maggior parte delle quali inflitte al bambino. Per il 17enne ieri, dopo la richiesta della Procura per i minori nell’inchiesta dei carabinieri, la gip Laura Pietrasanta ha convalidato l’arresto e disposto la custodia cautelare nel carcere minorile per triplice omicidio pluriaggravato anche dalla premeditazione. Per la gip c’è il rischio di recidiva, basato sulla “preordinazione dei mezzi, la ripetizione dei colpi unitamente alla particolare condizione emotiva del giovane e alla sua propensione a cambiare e “aggiustare” versione”. Inoltre le modalità con cui ha agito ne indicano “la pericolosità sociale e l’incapacità di controllare i propri impulsi”.