
La “Baggina” e le altre. È già indagato Giuseppe Calicchio, il direttore generale del Pio Albergo Trivulzio dove gli ospiti morti a marzo sono stati 70 contro i 52 dello stesso mese di un anno fa, e uguale sorte è già toccata ai vertici della “Don Gnocchi”, dopo la denuncia dei lavoratori. Ma è scontato che pure i dirigenti delle altre residenze assistenziali nelle quali si è compiuta la strage dei nonni avranno a che fare prima o poi con l’inchiesta giudiziaria.
Un’indagine che potrebbe diventare monstre: sono quasi 60 le strutture milanesi di accoglienza per anziani e in molte si sarebbe registrata una media di decessi più alta che nel resto d’Italia. Un’ecatombe con numeri in continuo aggiornamento: 140 vittime alla Don Gnocchi, 27 al Golgi Redaelli, 50 alla Rsa di Famagosta, una ventina alla Sacra Famiglia di Cesano Boscone. E poi le morti strane all’Ambrosiana di via Olgettina e quelle nelle due strutture del Corvetto, i 23 decessi nella Rsa di Lambrate.
Per ora sono dodici i fascicoli aperti in Procura su queste strutture - reati ipotizzati epidemia colposa e omicidio colposo - dopo le denunce di lavoratori e parenti degli anziani. Al Golgi Redaelli di Vimodrone i deceduti sono stati finora 27 e 120 gli operatori a casa in malattia. I familiari degli ospiti hanno scritto a chiunque, compreso l’assessore Gallera perché "all’interno ci sono molte persone con sintomi, con un solo infermiere per due reparti e pochissimi operatori finiti in malattia o in quarantena. Per 42 pazienti ci sono solo un caposala, un infermiere e un’animatrice che dovrebbe fare le videochiamate".
In un’altra azienda dello stesso gruppo, a marzo 12 decessi, il doppio rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ma "di questi solo due sono riconducibili a casi sospetti Covid" secondo il direttore della struttura Giovanni Mercuri.
Tra i fascicoli d’indagine, quelli sulla Casa famiglia di Affori e sulla Sacra famiglia di Cesano Boscone, dove Silvio Berlusconi affidato al servizio sociale dopo una condanna, anni fa intratteneva i vecchietti. Poi le vicende della casa Anni Azzurri di via San Faustino - con 13 salme - e quelle dei 110 decessi nelle strutture del Corvetto, il “ Virgilio Ferrari” e la Casa dei coniugi. Di questi solo 10 risultati positivi al tampone: sugli altri non è mai stato effettuato alcun test.
Mario Consani
Anna Giorgi