"Stili diversi. E con il corpo parliamo agli spettatori"

Marco Agostino, primo ballerino alla Scala, si esibisce in uno spettacolo di danza contemporanea a Milano. Parla dell'importanza della danza nel riflettere la società e della fusione tra classico e contemporaneo.

"Stili diversi. E con il corpo parliamo agli spettatori"

"Stili diversi. E con il corpo parliamo agli spettatori"

Una classe fuori dal comune, una capacità interpretativa eclettica e potente. Marco Agostino, primo ballerino alla Scala, è in scena da questa sera, fino al 18 febbraio, in "Smith/Lèon e Lightfoot/Valastro", trittico contemporaneo ideato da tre grandi coreografi. In prima europea "Reveal" creato per Houston Ballet nel 2015, rappresenta lo stile di Garrett Smith. "Skew-Whiff" (fuori equilibrio) è il lavoro più iconico di Sol León e Paul Lightfoot. Simone Valastro, milanese, diplomato all’Accademia della Scala, oggi all’opera di Parigi, propone "Memento", una riflessione sul ciclo della vita. Con simpatia e pacatezza Agostino attende il debutto.

Come si trova in questo nuovo spettacolo?

"Danzo "Reveal" di Smith e "Memento" di Valastro, due stili diversi. Smith, a modo suo, è più vicino al balletto classico ma trasforma un linguaggio conosciuto e per portarlo all’estremo. Il ballerino classico lavora molto sulle mani e i piedi, Valastro si concentra sul gesto. I due brani stimolano molto l’espressività, per tutti noi partecipare al momento creativo di un coreografo è qualcosa speciale".

La danza moderna/contemporanea mette in luce il ruolo del ballerino.

"La danza classica, romantica nell’Ottocento costruisce il balletto attorno a grandi figure femminili, come "Giselle", "Il lago dei cigni"; la danza contemporanea è lo specchio della nostra società. Valastro affronta il tema dell’inclusione, non c’è nessun differenza fra donna/uomo, in scena siamo tutti uguali, insieme diventiamo un inno alla vita, ognuno con un suo valore, una sua storia".

Cosa comunica un ballerino oggi?

"Credo che il compito dell’artista sia quello di rivelare la società a sé stessa, per questo la danza contemporanea è subito recepita dal pubblico. Il ballerino parla allo spettatore, con linguaggi innovativi riflette su ciò che accade nel mondo".

Quanto dà la danza classica alla contemporanea?

"Mai come in questi ultimi anni la linea di demarcazione fra classico e contemporaneo si è fatta sottile. La danza classica dà rigore, concentrazione la contemporanea dà la fluidità . Per avvicinare le nuove generazioni al balletto bisognerebbe riuscire a danzare i classici del repertorio con una qualità di movimento contemporanea e nuova". Grazia Lissi