Stazione senza sottopasso a Pieve: attraversa binari in bici e rischia di finire travolto

Alcuni ambientalisti hanno visto un giovane spostato di peso dal treno: "È un miracolato". Ogni giorno centinaia di persone corrono gravi pericoli

Attraversa binari in bici

Attraversa binari in bici

Sono passati quasi 6 anni da quando, ad agosto del 2017, Salvatore Carano perse la vita colpito da un treno mentre percorreva la massicciata per andare al lavoro. L’uomo, arrivato alla stazione ferroviaria di Pieve, si incamminò lungo la massicciata ferroviaria, come ogni giorno fanno tanti altri operai per raggiungere la zona industriale di Siziano. Venne urtato da un treno in transito e sbalzato nei campi: lo trovarono 8 giorni dopo. Da allora centinaia di lavoratori continuano ad attraversare i binari rischiando la vita a causa dell’assenza del sottopasso. Sabato sfiorata l’ennesima tragedia. Un giovane operaio di origine nordafricana ha attraversato i binari con la sua bicicletta e ha rischiato di essere travolto da un treno dell’alta velocità in transito. "Lo abbiamo visto attraversare – spiegano alcuni ambientalisti, sul posto per la rimozione di una discarica abusiva –. Non si è accorto di nulla fino a quando il treno non lo ha letteralmente spostato sfrecciando al suo fianco. È un miracolato".

A nulla sono valse le varie inchieste giornalistiche per denunciare i morti e i feriti lungo questo tratto di massicciata. E a nulla sono serviti i lavori “di messa in sicurezza” dei binari con la realizzazione di un muro per impedire ai pendolari di camminare lungo la massicciata e raggiungere la strada che porta alla zona industriale di Siziano. Lavori per i quali hanno perso la vita due operai: Salvatore Borriello, 47 anni, e Salvatore Palumbo, 55, schiacciati da una lastra in acciaio. Era marzo del 2019. Pochi mesi dopo, a dicembre, a lavori ultimati ancora un morto su quei binari. Travolto da un Intercity perse la vita un operaio egiziano di 52 anni residente a Rozzano, che stava percorrendo la ferrovia per recarsi al polo logistico per lavoro. L’intervento infatti aveva solo spostato di alcune decine di metri il luogo dell’attraversamento da parte dei pendolari. Eppure alla stazione di Pieve era prevista la realizzazione di un sottopasso ciclopedonale. Per motivi poco chiari, però, fu realizzato a un chilometro di distanza, lungo la stradina per Pizzabrasa chiusa al traffico. Un sottopasso ferroviario degno di una superstrada, illuminato a giorno e con annessa pista ciclopedonale, costato 3,5 milioni di euro. Nel posto sbagliato.

 

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