Stadio San Siro, Sgarbi gela Milan e Inter: "Il Meazza non si tocca, è di fatto vincolato"

Milano, il sottosegretario alla Cultura è pronto a bloccare l'eventuale abbattimento dell'impianto. E a Palazzo Marino cresce la fronda contro il progetto dei club

Milano, 4 novembre 2022 - "Il Meazza non si tocca e non lo dice Sgarbi, è la legge". Così il sottosegretario alla Cultura, parlando all'Ansa, è intervenuto sull'eventuale abbattimento dello stadio di Milano. San Siro "è del 1926, sarebbe come buttare giù l'Eur a Roma - spiega Sgarbi -. È naturalmente vincolato perché l'impianto sportivo ha più di 70 anni, quindi non si può toccare. Se serve un vincolo, comunque, lo metterò. Ma non occorre per salvare lo stadio, piuttosto servirebbe una decisione del Ministero per dare il via libera alla demolizione. Una decisione che non arriverà mai".

Vittorio Sgarbi e lo stadio San Siro
Vittorio Sgarbi e lo stadio San Siro

"Capisco il sindaco Sala ma io metto la Pietà Rondanini e la sua collocazione come l'emblema di un errore che non si ripeterà - ha concluso Sgarbi criticando il nuovo allestimento dell'opera di Michelangelo al Castello Sforzesco -. Qui questo sbaglio non si farà. Nessuna Soprintendenza dirà che si può buttare giù". Secondo Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture, "il Comune di Milano ha già fatto perdere troppo tempo a Milano, alle società e ai tifosi. Si scelga subito il nuovo San Siro, oppure si vada a Sesto".

Il Consiglio comunale di Milano, comunque, potrebbe arrivare a esprimersi sul progetto del nuovo stadio di Inter e Milan tra circa un anno, dopo che sarà concluso il dibattito pubblico il 18 novembre. Sono le tempistiche ipotizzate dal sindaco Giuseppe Sala, a margine della cerimonia del 4 novembre. "In aula andremo tra un annetto, adesso purtroppo questa storia dello stadio è talmente tribolata e il mio intendimento è fare un passo alla volta - ha spiegato -. Il prossimo passo è quello di ricevere il giorno 18 novembre il risultato del dibattito pubblico, dal dibattito pubblico noi dovremo formalmente rispondere o con l'accettazione delle osservazioni che sono state fatte oppure respingerle argomentando, dopodiché la giunta delibererà. A quel punto le squadre avranno il compito, da un lato di costruire il progetto esecutivo e dall'altro quello di spiegare meglio come San Siro verrebbe smantellato, a meno che troviamo altri interessi sulla strada. In un anno le opinioni cambiano". 

Intanto a Palazzo Marino otto consiglieri della maggioranza di centrosinistra si dichiarano contro la realizzazione del nuovo San Siro: gli otto consiglieri sono Carlo Monguzzi, Francesca Cucchiara e Tommaso Gorini di Europa Verde, Simonetta D'Amico, Alessandro Giungi, Rosario Pantealeo del Pd, Marco Fumagalli ed Enrico Fedrighini della lista Beppe Sala. Insieme a loro anche Enrico Marcora di Fratelli d'Italia. "Siamo in otto e il segnale politico è che otto consiglieri di maggioranza non sono d'accordo su questo progetto, nove con Marcora che è di centrodestra - ha spiegato Carlo Monguzzi, capogruppo di Europa Verde nel corso di una conferenza stampa nella sede del Comune di Milano -. La questione è prima di tutto ambientale perché nel progetto del nuovo stadio di sostenibilità non ce n'è: solo per l'abbattimento di San Siro e la ricostruzione del nuovo stadio ci sarebbero 175 camion al giorno, detto dai costruttori, e questo per sei, sette anni. Un disastro ambientale, con 210mila tonnellate di Co2 che vengono prodotte". Inoltre secondo Monguzzi il "98% del pubblico che ha partecipato al dibattito che si concluderà il 18 novembre dice che questo progetto non va bene. Spero che il Comune ne tenga conto".

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