"Spingono le donne con figli a licenziarsi"

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Martina Romanelli, impiegata di Immobiliare.it, ha due figli piccoli. Per lei trasferirsi da Milano a Roma e "cambiare vita dall’oggi al domani", con un preavviso di soli 45 giorni, è "impossibile". Anche altre colleghe hanno figli, genitori anziani o parenti disabili da seguire, e si sono trovate di fronte a una scelta: cambiare città o perdere il posto di lavoro. Ieri i 48 dipendenti della società di intermediazione immobiliare online che hanno ricevuto le lettere di trasferimento a Roma, bollate da Cgil, Cisl e Uil come "licenziamenti mascherati", si sono radunati sotto la sede dell’azienda in via Fabio Filzi, a pochi passi dal Pirellone. Chiedono a Immobiliare.it di fare un passo indietro, e ritirare il provvedimento motivato dalla società come un "processo di riorganizzazione" per sviluppare il business nel Centro Italia. "L’azienda non è in crisi e sta andando bene – spiega Martina Romanelli, delegata dalla Fisascat-Cisl – vogliono solo costringere al licenziamento i dipendenti iscritti al sindacato, le donne in gravidanza o con bambini, in generale le persone che per ragioni familiari non hanno la possibilità di trasferirsi". Una "situazione inaccettabile" aggiunge Massimiliano Genova, sindacalista Cisl. Una delegazione è stata ricevuta al Pirellone, e la questione approderà sul tavolo della commissione Attività produttive del Consiglio regionale. Intanto anche dalla politica arrivano appelli per un dietrofront da parte dell’azienda. "Ancora una volta saranno le donne a pagare le conseguenze di una ristrutturazione aziendale e, stando ai timori dei sindacati, soprattutto coloro che hanno famiglia o sono impegnate con i figli – spiega Paola Bocci (Pd) –. Per questo abbiamo chiesto l’audizione e abbiamo immediatamente sollecitato la Giunta regionale a intervenire con tutti gli strumenti in suo possesso per tutelare i lavoratori e le lavoratrici".

Presenti al presidio anche il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Gianluca Comazzi e il capogruppo di FI al Municipio 2 Marzio Nava: "Un’azienda importante come quella di cui stiamo parlando deve essere in grado di portare avanti i suoi obiettivi senza costringere a una decisione difficile 48 suoi dipendenti, che potrebbero perdere il lavoro in uno dei momenti di crisi più complessi degli ultimi decenni, con ricadute sociali e economiche devastanti".

Andrea Gianni

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