NICOLA PALMA
Cronaca

Difende una ragazza dal fidanzato violento e viene massacrato dal branco: costole, naso e denti rotti

Milano, la spedizione punitiva il 19 novembre in via Rismondo, zona Baggio: "Chiamo i miei amici e ti lasciamo per terra". La vittima ha 25 anni. Tre in arresto: incastrati da telecamere e social

Milano, 31 maggio 2024 – L'intervento per difendere una ragazza dell'aggressione del fidanzato. Le minacce di quest'ultimo. E la spedizione punitiva di gruppo. A sei mesi dal violentissimo pestaggio avvenuto la sera del 19 novembre in via Rismondo, in zona Baggio, gli agenti della Squadra mobile, coordinati dal dirigente Alfonso Iadevaia e dal funzionario Domenico Balsamo, hanno arrestato per lesioni gravi e aggravate in concorso un diciannovenne, un ventiduenne e un ventiquattrenne, tutti di origine romena, portati a San Vittore in esecuzione dell'ordinanza di custodia in carcere emessa dal gip Daniela Cardamone su richiesta del pm Milda Milli.

Aggredito dopo aver difeso una ragazza, è una spedizione punitiva (Frame video polizia)
Aggredito dopo aver difeso una ragazza, è una spedizione punitiva (Frame video polizia)

Un diciassettenne loro connazionale è stato sottoposto dal Tribunale dei minorenni alla misura della permanenza in casa. Il ragazzo massacrato di botte, un venticinquenne italiano, ha riportato le fratture di una costola e del setto nasale e la rottura di tre denti dell'arcata superiore con indebolimento permanente della masticazione.

Il raid per vendetta

Stando a quanto ricostruito dalle indagini, poco dopo le 20 del 19 novembre, il venticinquenne ha notato il diciassettenne che stava aggredendo la fidanzata in strada e si è avvicinato per difenderla. A quel punto, il minorenne lo ha minacciato: "Adesso chiamo i miei amici e ti lasciamo per terra". Detto, fatto. Dopo alcuni minuti, è arrivata una macchina con tre ragazzi a bordo: sono scesi e si sono avventati sul venticinquenne insieme al diciassettenne, buttandolo sull'asfalto e colpendolo alla faccia con una raffica di calci.

Incastrati da social e telefoni

Le indagini della Mobile sono partite dall'analisi dei filmati registrati dalle telecamere di videosorveglianza, che ha confermato la versione del venticinquenne, fornendo elementi utili all'inchiesta. Elementi che sono stati poi messi a sistema con i tabulati telefonici e gli accertamenti su social come Instagram e Facebook.