I “fantasmi” dei sottopassi: ecco da dove viene lo stupratore 26enne della Centrale

Milano, i bivacchi dei disperati nei tunnel della stazione trasformati in dormitorio. Tra rapinatori armati di cocci di bottiglia e ladri che rompono i vetri delle auto per pochi spiccioli

Era il 6 marzo, meno di due mesi fa, quando un marocchino di 23 anni rincorre e accoltella sei passanti tra via Ferrante Aporti e viale Brianza, zona stazione Centrale. Semina panico per rubare un cellulare e due catenine a vittime casuali, incrociate sulla strada che porta alla stazione.

Ieri una donna, turista, in arrivo da Malpensa, è stata violentata da un 26enne marocchino incontrato casualmente in via Luigi di Savoia, a cui aveva chiesto solo informazioni. Lui si offre di indicarle l’ingresso che la porterà dritta ai binari in cui salire sul treno per Parigi. Invece, la trascina dentro un ascensore, la picchia selvaggiamente e la stupra.

La polizia lo trova e lo arresta esattamente lì dove lo cerca, nella piazza del bivacco dei “fantasmi" della stazione. Disperati senza nome. Anche se “fantasma“ non lo è proprio del tutto, ammesso che la sua identità, fra i 4 alias, sia davvero quella che corrisponde a Fadil M. dall’impronta registrata sui terminali della questura risalente a un suo passaggio in Slovenia, due anni fa. Nel tempo trascorso fra questi gravi episodi, in zona Centrale, si sono sono registrati quasi ogni giorno, scippi, rapine, furti, atti vandalici che quasi non fanno più notizia nemmeno sul mattinale della questura. Anche Fadil, come altri, e come il 23enne che ha accoltellato i passanti, trovava rifugio saltuario nei sottopassi della Centrale.

I tunnel, viale Lunigiana, via Gluck, via Sammartini, Ferrante Aporti, questa è la zona che collega la stazione Centrale a viale Brianza, via Tonale. Là sotto ci sono le ombre dei disperati che camminano avanti e indietro, dormono sui materassi, mangiano, si costruiscono tane fatte di cartoni, coperte e stracci. Uno spartiacque fra la città vetrina e l’abisso, manca l’aria là sotto tra il gas di scarico delle auto che si incolonnano e l’odore acre di chi li, tra i marciapiedi e le auto in sosta, sopravvive, dorme e mangia quello che trova.

Quei luoghi però, sono rifugio non solo dei senzatetto, ma anche di chi vive di furti e rapine, piccola criminalità amplificata dalla disperazione che porta qualcuno di loro a rompere i vetri delle auto parcheggiate per rubare e rivendere a poche lire. É la stessa disperazione che arma la mano di qualche altro disperato che con i cocci delle bottiglie rotte difende il suo angolo e minaccia anche solo chi cammina veloce per attraversare il tunnel, nel più breve tempo possibile.

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