Smascherata falsa endocrinologa: "Ora visite gratis ai suoi ex pazienti"

La truffa scoperta e denunciata dal Santagostino. Ricontattato chi è stato seguito dalla donna da settembre

La vicenda è approdata in procura a Milano (Archivio)

La vicenda è approdata in procura a Milano (Archivio)

"Egregio signor" tal dei tali, "desideriamo informarla che nel corso delle verifiche a campione che vengono svolte periodicamente sui nostri operatori sanitari abbiamo scoperto che la dottoressa G. P., di cui lei o un suo congiunto risultate pazienti, ha falsificato i titoli di specialità in forza dei quali da settembre 2022 collaborava con noi. Abbiamo immediatamente sporto denuncia alle autorità. Siamo consapevoli della gravità di questo episodio e, anche se truffati e parte lesa in questa vicenda, ce ne assumiamo la responsabilità.

Speriamo voglia accettare le nostre scuse. La nostra priorità è la salute dei pazienti quindi la invito a prenotare immediatamente un’altra visita endocrinologica, ovviamente erogata a titolo gratuito, per valutare ogni azione che le consenta di non mettere a rischio il suo stato di salute, in particolare se le sono state prescritte delle terapie". Segue un numero di telefono diretto per prenotare la visita "che sarà erogata nel più breve tempo possibile", e la rassicurazione che "abbiamo ri-verificato i titoli di tutti i nostri altri medici e, come ovvio che sia, sono tutti regolari".

Firmato, lo staff del centro medico Santagostino, 35 poliambulatori tra Bologna, Roma e soprattutto la Lombardia: il gruppo della sanità privata-privata, cioè non convenzionata col servizio pubblico regionale, che s’è fatto strada negli ultimi 14 anni proponendo un modello fondato sull’offerta di visite ed esami a prezzi "accessibili", non troppo distanti dal ticket e ancor più competitivi negli ultimi anni accidentati dalle liste d’attesa del sistema sanitario nazionale.

Nel messaggio riportato all’inizio dell’articolo, di cui Il Giorno è in possesso grazie al fatto che l’hanno ricevuto o lo stanno ricevendo tutti i pazienti visitati in sei mesi dalla sedicente endocrinologa G. P. in alcuni ambulatori milanesi del Santagostino, il nome è ovviamente scritto per esteso; non lo divulghiamo non solo per tutelare la presunzione d’innocenza della presunta falsa medica, ma soprattutto perché l’"elaborata truffa" architettata dalla donna secondo il gruppo sanitario ha previsto, tra l’altro, l’essersi "impossessata dell’identità di un medico omonimo per l’iscrizione all’Albo". E in effetti una medica omonima, vera, con una specializzazione diversa dall’Endocrinologia e un curriculum di tutto rispetto, esiste e lavora, completamente estranea alla vicenda, in un ospedale pubblico milanese.

A scoprire l’inganno, a denunciarlo venerdì scorso alla Procura di Milano e a diffonderne la notizia ieri in una nota è stata la stessa Società e Salute Spa, proprietaria del Santagostino e acquisita, nel dicembre scorso, dal gruppo assicurativo UnipolSai: "Nel corso delle verifiche che vengono svolte sui nostri operatori sanitari prima di completare le assunzioni è stato scoperto che uno dei medici che lavorava nel periodo di prova con l’azienda, la finta endocrinologa G. P., aveva messo in essere una elaborata truffa ai danni nostri e di altri istituti sanitari, producendo falsi profili e curriculum vitae su Linkedin e altri social media, presentando documenti d’identità riportanti falsamente la professione, forgiando titoli di studio e di specializzazione contraffatti e impossessandosi", appunto, dell’identità di una vera dottoressa. "Solo grazie ad un’approfondita e complicata investigazione" il Santagostino l’ha smascherata, "prontamente" denunciata e "sta provvedendo a contattare tutti i pazienti visitati dalla sedicente endocrinologa, offrendo loro una visita gratuita con un endocrinologo nel più breve tempo possibile".

"È una vicenda in cui siamo parte lesa", sottolinea il ceo del Santagostino Luca Foresti, ribadendo che "la nostra priorità assoluta è la salute dei nostri pazienti, stiamo verificando ogni loro esigenza. Abbiamo immediatamente informato tutte le altre istituzioni che venivano chiamate in causa dai documenti falsi per informarle e aiutarle a difendere il loro nome in giudizio". Digitando su Google il nome della sedicente endocrinologa, spunta in effetti quello di un altro grande gruppo della sanità privata; ma si tratta di un collegamento a un profilo Linkedin (cioè sosteneva lei di lavorarci), e la pagina corrispondente è stata rimossa. Come anche il nome della donna dal sito del Santagostino.

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