Smart working Incentivi e stimoli per la transizione

Arianna

Visentini*

Non abbiamo dubbi nell’affermare che la legge 81 del 2017 è stata e resta un efficace dispositivo per la diffusione dello smart working e che il lavoro agile debba essere difeso e diffuso principalmente come strumento di innovazione organizzativa e non come strumento di welfare. Secondo il rapporto presentato alla Camera, lavoratori e manager non vogliono rinunciare al lavoro agile: su un campione di oltre cinquantamila lavoratori e manager analizzati dall’ufficio studi di Variazioni l’85% delle persone vorrebbe estenderlo oltre due giorni alla settimana e chiede più flessibilità.

Il lavoro agile è una leva anche per il raggiungimento degli obiettivi dell’agenda Onu dello Sviluppo Sostenibile: 5 milioni di lavoratori smart con almeno due giorni alla settimana produrrebbero in un anno un taglio delle emissioni di CO2 pari all’84% di quelle che l’Italia si è impegnata a tagliare nell’orizzonte di dieci anni entro il 2030. La transizione verso un nuovo modo di lavorare richiede diverse condizioni. Non mancano le leggi, ma manca una sufficiente e diffusa conoscenza di buone pratiche, serve accrescere competenze trasversali e tecniche e favorire lo sviluppo di cultura dell’impresa. Quando le persone possono decidere orari e luogo di lavoro, il tempo di lavoro si trasforma e viene allocato in modo più efficiente: diventa tempo produttivo, tempo di welfare o tempo per i consumi con evidenti riflessi sul pil.

La potenza della Legge 81 del 2017 sta proprio nella sua semplicità, che non ha bisogno di ulteriori specifiche e favorisce meccanismi di sussidiarietà. La ridondanza normativa ostacola l’adozione di buone pratiche. È vero lavoro agile quando la convenienza è per tutti i soggetti coinvolti: il datore di lavoro, il lavoratore, il territorio, i clienti e gli utenti. Nel momento in cui si cerca di favorire una categoria a scapito di altre si corre il rischio, in realtà, di porre dei limiti all’utilizzo dello strumento e inevitabilmente discriminare proprio le categorie che si vorrebbe proteggere (per esempio soggetti fragili e giovani madri).

*Fondatrice Variazioni

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