"Quanti giorni alla settimana sono previsti di smart working? Posso portare il mio cane al lavoro?". Sono alcune delle richieste che, in fase di colloquio, sono state rivolte a Babila Bruni, direttore delle risorse umane del Mandarin Oriental Hotel Group. Richieste, da parte di candidati per impieghi d’ufficio nella catena di hotel di lusso, che prima della pandemia erano quasi impensabili. Sono il sintomo di un cambio di visione e di nuove esigenze mentre, d’altra parte, resta la cronica esigenza anche di manodopera non qualificata. "L’emergenza sanitaria ha mostrato l’estrema debolezza del nostro settore – spiega il manager – e di conseguenza ha allontanato i giovani. Nel nostro settore è più difficile raggiungere un equilibrio tra lavoro e vita privata perché si svolgono turni di notte e nelle festività, ci sono orari spezzati. Le stesse agenzie di somministrazione stanno registrando una grande difficoltà nel far fronte alla domanda di risorse umane".
Un effetto anche della pandemia che ha portato lavoratori degli alberghi, rimasti chiusi a lungo a causa dell’emergenza sanitaria, a riconvertirsi in altri settori, con orari più compatibili con le esigenze di una famiglia e con la vita privata. Poi c’è lo smart working che è diventato un tema caldo nei colloqui, spesso determinante quando si tratta di valutare un’offerta o di cambiare lavoro. "La prima domanda che mi viene rivolta è quanti giorni di smart working alla settimana sono previsti – prosegue Babila Bruni –. Una volta un candidato mi ha anche chiesto se fosse possibile portare il suo cane tutti i giorni sul luogo di lavoro. Una richiesta dovuta al fatto che, nelle sue precedenti esperienze, era permesso portare in ufficio animali domestici".
Andrea Gianni