"La monnezza è oro", nuovi arresti: 6 le discariche abusive in Lombardia

Intercettazioni choc: "I rifiuti? Sono diventati una miniera". E' il secondo blitz in 4 mesi. Capannoni sequestrati nel Milanese, nel Bresciano e nel Lodigiano

Alessandra Dolci guida la direzione antimafia

Alessandra Dolci guida la direzione antimafia

Milano, 5 giugno 2019 - "La merda è diventa miniera", si stupisce uno al telefono. E l’altro entusiasta: "La merda è oro". È qui, in sintesi, l’affare dei rifiuti. Ieri è scattato un blitz contro lo smaltimento illecito in mezza Italia, da Lombardia a Veneto, da Emilia Romagna a Toscana e Campania. Venti arresti (dodici in carcere) eseguiti dai carabinieri del Nucleo operativo ecologico (Noe) di Milano. Un’ordinanza di misura cautelare e un decreto di sequestro preventivo firmati dal gip Giusi Barbara su richiesta della direzione antimafia nei confronti di un’organizzazione ritenuta responsabile di discariche abusive che avrebbero smaltito illecitamente circa 10mila tonnellate di rifiuti provenienti dalla Campania e da impianti del Nord.

«Pensa te cosa ho trovato, ho trovato la ... la merda è diventata miniera», diceva intercettato lo scorso luglio Maurizio Assanelli, titolare di una ditta di autotrasporti al fratello Stefano, anche lui finito in carcere, che gli rispondeva: «La merda è oro». E il primo ancora: «È diventata oro, pensa che lavoro (...) questa è proprio rifiuti c’è dentro di tutto».

La cifra dei profitti incassati dalla banda illecitamente con il traffico ammonta, secondo gli investigatori, a oltre un milione di euro. L’indagine coordinata dai pm Donata Costa e Silvia Bonardi è il secondo tempo di quella che a febbraio aveva portato a 15 arresti e che a sua volta era partita dall’incendio doloso del deposito rifiuti di via Chiasserini a Milano il 14 ottobre 2018.

Al centro della nuova tranche d’inchiesta c’è la Winsystem Group Srl, società che agiva da intermediaria nella gestione illecita dei rifiuti stoccati illegalmente nei capannoni di Cornaredo, Pontevico, Gessate, Torbole Casaglia, Tabellano, Verona, Meleti. Sette le discariche sequestrate oltre a quasi 400mila euro in denaro dopo che Massimo Sanfilippo, l’amministratore della Wynsistem arrestato mesi fa, ha deciso di collaborare con i magistrati.

Per il gip Barbara che ha firmato gli ordini di custodia, «appare stupefacente che anche dopo l’esecuzione della prima ordinanza» - quella dei primi 15 arresti di febbraio - gli altri indagati «abbiano continuato a delinquere, trasportando per l’Italia e scaricando abusivamente in capannoni dismessi ingenti quantitativi di rifiuti senza alcuna autorizzazione e, soprattutto, senza alcuna preoccupazione per la salute pubblica». Al giudice questi personaggi appaiono «totalmente accecati dalla prospettiva di realizzare in tempi molto ristretti ingentissimi guadagni che lo smaltimento dei rifiuti con modalità illecite garantisce con rischi penali tutto sommato contenuti, che evidentemente i trafficanti ritengono comunque vantaggioso correre».

Sanfilippo, dopo l’arresto, ha parlato anche del deposito milanese di via Chiasserini che venne incendiato a ottobre. I rifiuti stoccati illegalmente lì «emanavano un odore incredibile, c’erano dei topi» ha raccontato il titolare della Winsystem. «Ho accettato di ricevere questo carico – ha spiegato a verbale – ma quando il camion è arrivato ho verificato che i rifiuti erano diversi da quelli che si era impegnato a conferirmi ed emanavano un odore incredibile, c’erano dei topi e quindi ho detto all’autista di riportarsi via quella roba (...) Quella roba lì l’ho vista tempo dopo in via Chiasserini».

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