
Alcuni momenti del viaggio in Gabon di Paolo Micheli con padre Caprioli Il sindaco ha festeggiato così il suo cinquantesimo compleanno coinciso con i 50 anni della missione
Segrate (Milano), 5 gennaio 2025 – “Durante quella settimana in Africa ho ricevuto molto più di quanto non abbia dato”. Il sindaco di Segrate Paolo Micheli descrive così il recente viaggio compiuto, da privato cittadino insieme ad altri segratesi, nelle missioni dei padri clarettiani in Gabon. Quella di Franceville in particolare, dov’è stata realizzata anche una scuola, ha appena compiuto 50 anni: è stata questa l’occasione per la trasferta di Micheli, che ha voluto così festeggiare anche i suoi 50 anni, compiuti lo scorso novembre. Insieme a lui c’era padre Renato Caprioli, che è stato a lungo parroco a Segrate, nella chiesa del Villaggio Ambrosiano, tra gli anni Ottanta e Novanta.
Il filo rosso
Il religioso oggi ottantunenne e l’attuale primo cittadino si sono conosciuti allora e da quel momento sono sempre rimasti in contatto, fino a condividere il viaggio in Gabon. Non solo. A supporto delle missioni in Africa opera l’associazione segratese Mission onlus: il filo rosso che lega la città dell’hinterland milanese al Continente nero è dunque solido e duraturo.
“Sono cresciuto insieme ai clarettiani che guidano la parrocchia di “Sant’Ambrogio ad fontes“ e provo per questa realtà un affetto e una riconoscenza particolari – racconta Micheli –. Fin da ragazzo li seguo in questo loro straordinario impegno in Africa. Una terra complicata, ma ricca di bellezza e risorse, naturali e umane”.

“Ricevi più di quel che dai”
“Quello che vive in Gabon è un popolo sempre capace di sorridere, pieno di vitalità – prosegue –. Grazie alla bella compagnia, alla fraterna atmosfera di accoglienza delle persone che abbiamo incontrato, alle vivaci celebrazioni e tanto altro, ho fatto una concreta esperienza della circolarità del bene. Quando offri un poco di bene, ti ritorna indietro molto più di quello che hai dato. Sempre. Non siamo mai così poveri da non poter offrire qualcosa di nostro ai fratelli, né così ricchi da non poter ricevere il necessario dagli altri”.
La piaga dell’Aids
Per il 2025 Paolo Micheli ha in mente una raccolta di fondi per contribuire a riparare il tetto di una delle scuole dei villaggi locali, danneggiato due anni fa da una tromba d’aria. Tra il costo dei materiali e la manodopera, serviranno ventimila euro. “Un altro progetto potrebbe riguardare il sostegno a una giovane dottoranda gabonese, per consentirle di proseguire i suoi studi sull’Hiv”, annuncia Micheli.