Sindacalista ucciso, la vedova di Adil: “Voglio giustizia, il camionista deve pagare"

Lucia Marzocca aspetta in Marocco la salma del marito con i due figli. Tornerà in Italia per il processo

Adil Belakhdim

Adil Belakhdim

Vizzolo Predabissi (Milano), 22 giugno 2021 – “Quell’uomo deve pagare per ciò che ha fatto: ha ucciso un ragazzo di 37 anni, marito e padre di due figli. Deve pagare fino in fondo. Confido nella giustizia”. C’è rabbia e amarezza nelle parole di Lucia Marzocca, vedova di Adil Belakhdim, il sindacalista di origine marocchina, residente a Vizzolo Predabissi, morto venerdì scorso a Biandrate, nel Novarese, mentre prendeva parte a una manifestazione in difesa dei lavoratori delle logistiche. L’uomo è stato investito da un tir che ha forzato il picchetto degli scioperanti. L’autista, il 25enne Alessio Spaziano, è stato arrestato e ora si trova ai domiciliari: per la difesa si è trattato di un incidente. Non è della stessa idea la vedova del sindacalista, “credo che quell’uomo sappia quello che ha fatto. Ora mi aspetto giustizia nel senso vero del termine”. La donna si trova attualmente in Marocco coi figli di quattro e sei anni, “resterò qui ad aspettare la salma di Adil, poi faremo il funerale – dice -. Di certo tornerò in Italia per assistere al processo”.

Lucia Marzocca, 33 anni, è ancora comprensibilmente sotto choc per l’improvvisa scomparsa del marito. “L’avevo sentito la sera prima, era tranquillo. Non sapevo della manifestazione a Briandate; del resto, lui organizzava spesso presìdi. E’ stata mia mamma a dirmi che Adil era morto, dopo che mio padre ha letto la notizia su Facebook. All’inizio non ci credevo, pensavo si fossero sbagliati. Poi ho letto io stessa. E ho pianto disperata, in quel momento non pensavo a nulla”. Tra i compiti più ingrati, anche quello di dare la notizia ai bambini. “Sono piccoli, ancora non capiscono bene queste cose. Ho detto loro che papà non c’è più, ma è in cielo ed è comunque sempre vicino a noi”.

Adil Belakhdim era arrivato in Italia nel 2007, per studiare. Qui ha conosciuto Lucia. Era poi approdato al mondo delle logistiche: per un po’ è stato magazziniere alla Tnt di Peschiera Borromeo. Quindi l’impegno nel sindacato Si Cobas. “Il suo ruolo di delegato gli piaceva molto: ha sempre avuto una vocazione per la difesa dei più deboli. Alcuni compagni del sindacato erano per lui come fratelli”.

Raccolte di fondi e sit in commemorativi: in tanti, da più parti, stanno facendo sentire la loro vicinanza alla famiglia del 37enne. “Anche se Adil è morto in un brutto modo, siamo molto contenti di tutta questa solidarietà. Ero collegata via telefono al sit in dell’altra sera a Vizzolo Predabissi, è stato commovente”.  

 

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