di Roberta Rampini
Nella cassetta della posta di Giulia Tramontano, in via Novella, qualcuno ha infilato una rosa bianca. Le persiane dell’appartamento al primo piano della palazzina residenziale dove viveva con il suo compagno, Alessandro Impagnatiello, sono chiuse. Al cancelletto che divide la loro abitazione dalle scale condominiali ci sono i sigilli messi mercoledì sera dai carabinieri della Sezione investigazioni del nucleo investigativo di Milano.
"Siamo sconvolti - commenta una vicina di casa - io lo vedevo ogni tanto sul balcone, indossava sempre un cappellino, era cordiale e salutava sempre". Con il senno del poi qualcuno ricorda di averlo visto rientrare martedì pomeriggio con le borse della spesa. A quell’ora Giulia era già morta ma lui ci comportava come se nulla fosse. Il parchetto davanti alla palazzina che per un paio di giorni è stato assediato da giornalisti e fotografi, ieri mattina era vuoto. L’attenzione di tutti si è spostata in via Monte Rosa, a 500 metri di distanza dall’abitazione dove la coppia viveva, dieci minuti a piedi, nel luogo dove nella notte tra mercoledì e giovedì è stato ritrovato il cadavere di Giulia, 29 anni, incinta al settimo mese.
Li c’è una fila di garage, a metà c’è intercapedine con delle sterpaglie, il corpo della povera rgazza è stato abbandonato dietro al garage numero 23, in un corridoio stretto tra un muretto e il box. E’ qui che ieri per tutta la giornata c’è stato un vero pellegrinaggio di conoscenti, amici, ma anche tantissimi sconosciuti che hanno voluto portare mazzi di fiori, biglietti, peluche per Thiago.
Si sarebbe dovuto chiamare così, il bimbo che Giulia portava in grembo da sette mesi. Lo hanno scritto proprio i suoi famigliari nel biglietto lasciato insieme al mazzo di gerbere. Anche loro intorno alle dieci sono passati, la sorella Chiara e la mamma sono rimaste in auto, sono scesi stretti l’uno all’altro, papà Franco e il fratello Mario. Tra i segnaghesi alcuni arrivano e vanno in silenzio. Altri commossi, accarezzano la foto di Giulia. Qualcuno recita preghiere. Sono tanti quelli indignati.
"Io abito qua vicino e sono rimasta esterrefatta, ho immaginato subito c’entrasse il ragazzo, di femminicidi ne succedono troppi casi, ma questo proprio, sono due vite, non ci sono parole", ha commentato una donna. "Sarebbe potuta essere mia sorella", ha detto una ragazza molto giovane, in lacrime. "Da mamma so come ci si possa sentire, mio figlio conosceva lei perché andavano in palestra insieme. Era una persona squisitissima, educatissima, non se la meritava una fine del genere", ha raccontato un’altra donna. "Non la conoscevo ma la storia mi ha colpito tanto - ha spiegato una ragazza che abita in zona - non solo è un femminicidio, è stato ucciso anche un bambino. Non ci sono parole".
In pochi conoscevano di persona Giulia o il fidanzato, ma tutti, in questi quattro giorni, hanno vissuto ore d’angoscia per la 29enne scomparsa. "Ti voglio bene" si legge su un biglietto. "Piccoli angeli che Dio abbia cura di voi", recita un altro. Qualcuno si firma, "per sempre insieme, Giulia e il suo bambino, illuminaci con il tuo sorriso da lassù. Vi vogliamo bene, Claudio, Evelin". Davanti ai garage, dall’altra parte della strada c’è un palazzone, ma pare nessuno abbia visto niente. "Sarà venuto di notte, perché questa è anche una strada trafficata fino a tarda sera, per scaricare un cadavere ci vuole qualche minuto", racconta uno dei dirimpettai dei garage.
Tra loro Albert il proprietario del garage numero 22 che ieri mattina è stato uno dei primi a scendere per vedere cos’era successo. "Io ho parcheggiato l’auto domenica sera, in questi giorni sono venuto un paio di volte, ma non sono mai andato dietro a controllare, perché avevo tagliato i rovi e le erbacce qualche giorno fa, quindi sapevo che era in ordine", racconta.