GIAMBATTISTA ANASTASIO
Cronaca

Vertice sicurezza al Parco Nord: sull'area vigilano 25 telecamere e 140 guardie

L'area da sei milioni di metri quadrati dove è avvenuto lo stupro della donna di 81 anni

Il Parco Nord dall’alto

Milano, 2 settembre 2017 - Un vertice per fare il punto sulle politiche di sicurezza da intraprendere al Parco Nord. A convocarlo sarà Roberto Cornelli, presidente dell’ente di gestione del polmone verde. A parteciparvi saranno i Comuni attraversati dal parco: Milano, Sesto San Giovanni, Cinisello Balsamo, Bresso, Cormano, Cusano Milanino e Novate Milanese. Cornelli e Carmela Rozza, assessore milanese alla Sicurezza, si sono sentiti ieri. La riunione sarà indetta già per la settimana in arrivo, il giorno esatto sarà definito insieme a tutti i sindaci interessati. All’incontro parteciperà anche il presidente del Municipio 9, che si confronterà con la Rozza già lunedì.

Soluzioni semplici per migliorare la sicurezza al Parco Nord e nei parchi cittadini non ce ne sono. Il Parco Nord si estende su poco meno di 6 milioni di metri quadrati di terreni, la sua conformazione è atipica perché percorre le periferie dei Comuni e la sua gestione è complicata dal fatto che lo attraversano ponti, strade e funzioni pubbliche. Oggi ci sono 25 postazioni di videosorveglianza e le telecamere filmano soprattutto gli ingressi al parco e gli immediati dintorni degli ingressi, non fosse per qualche punto particolarmente critico all’interno del polmone verde. Oltre agli occhi elettronici c’è la polizia a cavallo che ha un presidio all’interno del parco e vanta 6 cavalli e, an cora, 140 Guardie Ecologiche Volontarie con una centrale operativa dalla quale osservano quanto ripreso dalle telecamere. Da qui si parte. «Mettere telecamere in ogni punto del parco non è possibile – spiega Cornelli –: Central Park è un rettangolo, il nostro è un parco dalla forma decisamente più complessa e frastagliata che “entra ed esce” dal tessuto vivo delle città». Che fare, allora? «Bisogna individuare i punti deboli del parco, che sono quelli che si congiungono alle periferie più degradate dei Comuni, e qui intensificare la presenza di strumenti di controllo del territorio ma soprattutto attivare processi di rigenerazione urbana» spiega Cornelli. «Milano – dice Rozza – ha competenza su una parte del parco pari a quasi il 5%. Qualora ce lo chiedessero e se fosse ritenuta misura utile, siamo pronti a supportare il monitoraggio in presa diretta e da remoto delle immagini delle telecamere del parco connettendole alla centrale di via Drago». I pattugliamenti straordinari dei parchi milanesi lanciati dalla Rozza a maggio andranno avanti fino alla fine di ottobre: oltre 12mila i controlli effettuati fino al 30 luglio e 3.364 le persone allontanate per aver trasgredito le regole o per comportamenti inopportuni.

«La polizia locale – spiega l’assessore – è impegnata al massimo delle sue possibilità, il problema della sicurezza nei parchi è complesso e va affrontato in un’ottica di programmazione. Un esempio concreto: noi vogliamo aumentare il numero di telecamere nei parchi ma ad oggi questo non è possibile perché spesso e volentieri non è possibile individuare localizzazione adatte. Spesso e volentieri l’occhio delle telecamere è ostruito da alberi e rami. Stiamo affrontando il tema insieme all’assessore Pierfrancesco Maran: le aree che andremo a riqualificare a verde, a partire dagli scali ferroviari, dovranno tener conto fin dalla progettazione iniziale delle necessità della videosorveglianza».