STEFANO
Cronaca

Quando la prima casa non è salvabile servono scelte drastiche

Pillitteri Mi scrive un lettore della provincia di Milano. Lavorava nell’editoria ma la crisi del settore lo ha messo...

Pillitteri Mi scrive un lettore della provincia di Milano. Lavorava nell’editoria ma la crisi del settore lo ha messo...

Pillitteri Mi scrive un lettore della provincia di Milano. Lavorava nell’editoria ma la crisi del settore lo ha messo...

Pillitteri

Mi scrive un lettore della provincia di Milano. Lavorava nell’editoria ma la crisi del settore lo ha messo a terra. E ha sviluppato un forte arretrato con il mutuo sulla prima casa. Ora la Banca gli ha notificato un atto di pignoramento immobiliare. È molto angosciato e mi chiede come può uscirne. Purtroppo temo non vi sia modo per preservare l’immobile. La regolarità del pagamento del mutuo è una condizione indispensabile per avviare una procedura per sovraindebitamento “lasciando fuori” la casa e abbattendo le altre esposizioni (il lettore è in forte arretrato anche con le spese condominiali).

Non essendoci prospettive di rientrare delle rate di mutuo impagate, la scelta da fare è dolorosa ma necessaria per evitare problemi di lungo periodo: mettere in liquidazione l’immobile. Il mutuo residuo, infatti, è piuttosto cospicuo. Esiste, pertanto, il rischio concreto che il valore di aggiudicazione del cespite pignorato sia inferire al credito azionato. Un immobile valutato 400mila euro, dopo due aste deserte, scende a 225mila. Se dovesse andare deserta anche la terza precipiterebbe a poco più di 160mila euro. La prospettiva di ritrovarsi senza casa e con un creditore di nuovo alla carica (che, quindi, può pignorare i conti correnti o, se c’è, lo stipendio da lavoratore dipendente) è meno peregrina di quanto si possa pensare. Con la messa in liquidazione volontaria si può, invece, scongiurare questa iattura. Quale che sia il ricavato la banca creditrice non potrà, infatti, più pretendere altro. Non pochi, tuttavia, vivono una refrattarietà psicologica assoluta rispetto a privarsi spontaneamente della propria casa. E, letteralmente, si paralizzano. Si tratta, allora, di fare su se stessi un esercizio di razionalità che porti a comprendere che la casa, presto o tardi, andrà comunque persa. E che bisogna solo contenere i danni.

Se hai dei quesiti da sottoporre scrivi a: avvocatorispondi@gmail.com