Lezioni e controlli a tappeto: così il cantiere di Expo ha abbattuto gli infortuni

L'Asl certifica 93 incidenti non gravi. E ora il Senato studia il sistema Milano per scrivere la delega sull'agenzia unica contenuta nel Jobs Act e la riforma del codice degli appalti

Il cantiere di Expo

Il cantiere di Expo

Milano, 17 marzo 2015 - Il cantiere di Expo è entrato nella sua fase più delicata. E non solo per via dei tempi ormai sempre più stretti per la consegna delle infrastrutture. Con 1.200 imprese e 5.600 maestranze all’opera su 115 commesse, anche la macchina dei controlli sulla sicurezza sul lavoro è sotto sforzo. «Adesso serve tenere ancora di più gli occhi aperti», ammonisce Gabriele Rocchi, segretario generale di Fillea Cgil (la sigla degli edili) Milano. Tuttavia il rapporto sul numero di incidenti nel cantiere dell’Esposizione, dato ancora provvisorio visto che mancano 45 giorni alla consegna dei lavori, passa l’esame della commissione d’inchiesta sugli infortuni sul lavoro del Senato: 93 casi, quelli certificati dall’Asl locale, non gravi, tra il sito di Expo e le infrastrutture collegate. «Il rispetto degli accordi con gli enti bilaterali e la formazione – spiega il segretario generale di Filca Cisl Milano, Francesco Bianchi – hanno dato risultati sul cantiere». Tanto che il sistema di controlli messo a punto per l’Esposizione universale potrà fungere da modello per scrivere le regole della riforma del codice degli appalti e per la gestione dei controlli nelle «grandi opere».

Ieri in prefettura a Milano la commissione d’inchiesta sugli infortuni sul lavoro di palazzo Madama, presieduta dalla senatrice Pd Camilla Fabbri, ha raccolto le testimonianze di enti pubblici, sindacati e associazioni imprenditoriali coinvolte nei lavori dell’Esposizione universale. Obiettivo: capire come si articola la vigilanza su quello che Bianchi definisce «il più grande cantiere d’Europa». Le regole sono state messe nero su bianco a gennaio del 2012, quando viene firmato il protocollo su lavoro e sicurezza nel sito di Expo e nelle opere connesse (dalla Darsena al villaggio di Cascina Merlata), che dà una stretta ai controlli sui lavoratori delle imprese subappaltatrici e impegna le maestranze a una formazione preventiva. Dal 2011 a fine gennaio 2015, l’Azienda sanitaria locale ha ispezionato il cantiere 461 volte, ha messo 363 aziende sotto la lente e, infine, prodotto 290 contestazioni, che vanno dai buchi nella protezione dei lavoratori al rischio di caduta nei cantieri sopraelevati, dall’uso di mezzi vietati alle condizioni rischiose di viabilità sul sito. Nel complesso, l’azienda sanitaria ha contato 93 infortuni. Di questi, precisano Cgil, Cisl e Uil, circa una settantina ha avuto una media di 22 giorni per il recupero e solo quattro casi hanno sforato i 40. Dati inferiori alla media del settore edile.

Tuttavia, in parallelo ai sopralluoghi sul sito di Rho-Pero e ai controlli della stessa Expo spa («oltre cinquemila verifiche di sicurezza» spiega Alessandro Molaioni, direttore pianificazione strategica della società), l’Asl ha fatto opera di prevenzione con gli operai. Anzi, come precisano i tecnici dall’azienda, il tempo dedicato alla formazione è cinque volte superiore a quello speso per le ispezioni. «Le maestranze che arriveranno sul mercato del lavoro adesso hanno una preparazione maggiore», osserva Enrico Vizza, segretario generale di Feneal Uil Milano. I senatori tornano a Roma con spunti per intervenire sul codice degli appalti ma anche «sul tema dell’Agenzia unica contenuta nella delega del Jobs act – spiega la senatrice Fabbri – la cui discussione è rinviata a settimana prossima». La commissione d’inchiesta ha già programmato di tornare a Milano durante i sei mesi dell’Esposizione, con l’obiettivo di vigilare sulle regole di sicurezza del post-evento.

luca.zorloni@ilgiorno.net Twitter: @Luke_like

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