STEFANIA BARTOCCETTI*
Cronaca

Siamo dalla parte di chi subisce Pene severe

Stefania

Bartoccetti*

La difesa delle donne è un tema da affrontare. Vittime di violenze, in famiglia e fuori, subiscono a prescindere: bisogna avere un occhio attento, come per altre categorie da proteggere, perché non si può abbassare la guardia. C’è un approccio di sopraffazione, ancora è viva purtroppo la mentalità che porta ad avere il controllo del corpo della donna con la violenza e lo stupro. Quando si trovano ad aver a che fare con un uomo aggressivo, le donne possono fare poco. Che fare? È la società che si deve svuotare da questo approccio violento. Siamo di fronte a un disagio incontrollato. E se la società non protegge i più deboli, in qualche modo gli aggressori si sentono legittimati. Ad esempio, diminuire la pena è una forma di protezione di questa mentalità (e di chi la commette), da combattere. Mi viene in mente l’esempio recente: la sentenza della Corte d’Appello di Milano che ha ridotto la pena a uno stupratore considerandolo "esasperato dalla condotta troppo disinvolta della donna". E questo giustificherebbe lo stupro? Mi stupisco che la decisione sia stata presa da un collegio giudicante formato da due donne e un uomo. È una vergogna. Questo fa scivolare la discussione sulla condizione della donna agli anni Cinquanta... Ma penso anche al fatto che nei film, nelle pubblicità, nei prodotti dei media in generale, la donna sia vista nella maggior parte dei casi come oggetto e vittima. Sono sbagliate le scelte a monte, sul piano culturale, dal punto di vista dell’immagine e dell’impostazione della comunicazione. Tocco anche un altro tasto: c’è chi reputa normale violentare una donna, penetrarla contro la sua volontà, e non si capisce dove sia il piacere. Chi vede il piacere nella sofferenza di una donna ha un appagamento di altro tipo. La società deve cambiare, ci vuole una tutela maggiore per le vittime, occorrono pene severe e certe. Io sarò sempre dalla parte di chi subisce e dico alle donne: se siete vittime, rivolgetevi ai Centri anti-violenza. Il Telefono Donna dell’ospedale Niguarda è uno di questi, attivo 24 ore su 24 (02.64443043).

*Telefono Donna ospedale Niguarda