Sì al Centro visite del Wwf a Trezzo. Brindano i volontari che dopo più di 30 anni di sacrifici e d’amore per la riserva avranno anche un quartier generale per intensificare l’impegno fra scuole, famiglie e appassionati. La firma con il Parco Adda Nord suggella il patto e apre un nuovo capitolo nella storia delle Foppe, un angolo di paradiso fiorito sulle ceneri del peggior degrado. L’ecosistema protetto a livello europeo è stato una discarica in passato, ma passeggiando fra i suoi sentieri non si immaginerebbe mai.
Con la convenzione sottoscritta mercoledì l’immobile di via Miglio, accanto alla radura, viene affidato alle 34 sentinelle del gruppo fino a marzo 2028, anno in cui scadrà anche la gestione dell’area protetta recuperata con sforzi enormi dall’associazione. Le sale verranno utilizzate per percorsi di educazione ambientale con conferenze o corsi, o per ricevere gli studenti che ogni anno arrivano qui per godersi la natura da vicino.
Con la Palude di Brivio e il lago di Olginate, le Foppe sono una delle tre Zone speciali di conservazione del Parco. La sottoscrizione è stata un momento storico, per il polmone c’erano il presidente Francesca Rota, il vice Alessandro Chiodelli e il direttore Mario Girelli. Per l’associazione invece Isabella Negroni, alla guida del sodalizio, il responsabile dell’oasi Fabio Cologni e il tesoriere Enrico Ciocca (nella foto).
"Aspettavamo da tempo questa convenzione – dice Negroni –: avere un centro visite a disposizione ci permetterà di dare slancio alle nostre attività". È nel silenzio in questo angolo di Lombardia che si può ammirare lo spettacolo della vita. Con un testimonial d’eccezione: il Martin pescatore (nella foto), l’uccello azzurro che si ciba di pesci e che abita qui.
Proprio fra stagni e verde, ogni giorno vanno in scena le attività del gruppo custode della bellezza a suon di manutenzioni, allestimenti, ammodernamento delle strutture, costruzione di staccionate, rinnovo della cartellonistica e manutenzione dei viottoli.
Un amore senza fine necessario per conservare il paesaggio rinato passo dopo passo dal 1991. Nel suo perimetro vivono anfibi, rettili, piante acquatiche e palustri, insetti, mammiferi e volatili. Ma è proprio nella componente vegetale acquatica e palustre il grande valore da conservare, "è qui che si osservano gli effetti dei cambiamenti climatici".