Cesano Boscone, "urla e sangue". Sgozza il rivale e fugge

Il chiarimento della vittima con la ex e l’arrivo del tunisino. Un solo fendente alla gola prima di scappare

I carabinieri al lavoro

I carabinieri al lavoro

Cesano Boscone (Milano), 20 settembre 2021 - Un solo fendente, dritto alla gola. Il killer ha puntato il coltello sotto il mento e poi ha premuto sulla pelle, fino ad aprire una profonda ferita. I soccorritori ci hanno provato in tutti i modi, ma le condizioni erano già gravissime appena lo hanno visto per terra, steso vicino a un albero dentro al giardino condominiale in via Tigli al civico 4, davanti ai palazzoni che incrociano via Magnolie. Inutile la corsa disperata in ospedale: l’uomo, Luigi Danesi, è morto appena arrivato a Niguarda. La donna che era con lui, la sua ex moglie, ha provato a tamponargli la ferita, "era ricoperta di sangue, sotto choc", hanno raccontato i vicini che hanno "sentito urlare, una discussione, poi altre urla. Ci siamo affacciati e lo abbiamo visto steso per terra, pieno di sangue". Ha fatto qualche passo, poi si è accasciato sull’erba, senza sensi.  Nello stesso istante, il suo omicida è scappato a piedi, portandosi via l’arma del delitto.

Erano appena passate le 16.30 ieri, poche le persone in giro, qualcuno che andava in chiesa, a San Giustino, come una signora che è tornata un paio d’ore dopo il delitto: "Ma è morto il ragazzo? Ho visto la donna che cercava di soccorrerlo, ma era messo male", ricorda. La vittima era di Milano, viveva nella zona Solari. Un passato turbolento, anni di galera per droga e rapine. La donna che ha tentato di soccorrerlo era sua moglie: si erano sposati nel 2018, quando lui era ancora dentro, nel carcere di Opera. Lei, che viveva con la mamma a Cesano, in precedenza aveva avuto una relazione con un tunisino di 57 anni con cui aveva avuto un figlio di 13 anni. Poi si erano lasciati e ripresi.

Storie che si intrecciano e confondono, relazioni ancora da chiarire, tutti e tre con precedenti. Quello che è certo è che la storia con la vittima era finita da qualche mese ma lui non si rassegnava e le chiedeva con insistenza di tornare insieme. Avevano fissato un incontro, "per parlare", ha raccontato la donna davanti ai carabinieri della Compagnia di Corsico guidati dal tenente colonnello Domenico La Padula e dal tenente Armando Laviola a cui sono affidate le indagini. Lui è arrivato in taxi e ha chiesto a lei di pagarlo. Poi, durante la discussione, è intervenuto il compagno tunisino, non si sa se avvertito dalla donna o lì per caso, perché spesso andava a trovarla. Prima la lite a parole, poi la coltellata mortale. Il killer, nel momento in cui scriviamo, è ancora in fuga, ma con i carabinieri a un passo dal trovarlo.

 

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