È stato convalidato dal gip Luca Milani il sequestro preventivo per frode fiscale da oltre 46,6 milioni di euro a carico della filiale italiana del gruppo FedEx, leader nel settore dei trasporti e della spedizione di prodotti, che era stato disposto d’urgenza il 29 gennaio scorso dai pm Paolo Storari e Valentina Mondovì nelle indagini della Gdf. Si tratta di una delle ormai decine di inchieste milanesi che hanno alzato il velo su uno "schema" ben preciso: l’uso di manodopera a basso costo, perché appaltata illegalmente a cosiddette "società serbatoio". Dal decreto di sequestro preventivo era venuta fuori anche una cifra “monstre“, la più alta mai scoperta in queste inchieste milanesi: "un debito contributivo" totale di "oltre 78 milioni di euro", relativo agli "oneri di natura previdenziale e assistenziale" per i lavoratori non versati all’Inps. Ai lavoratori delle "imprese appaltatrici", scrive il giudice nel decreto, "la stessa impresa affidataria", ossia FedEx, impartiva "direttive e mansioni, costituendo un indubbio di riferimento per loro, specialmente nelle ipotesi in cui siano stati accertati fenomeni di “transumanza“", da una società “serbatoio“ all’altra.
CronacaSfruttamento ed evasione. Ok al maxi-sequestro FedEx