SIMONA BALLATORE
Cronaca

Liceo Brera, scatta la settimana corta. Spariscono le lezioni da 50 minuti

Studenti in classe dalle 8 alle 15, fissati due intervalli di 10 e 20 minuti

Giuseppe Figuccia e Giampaolo Grazioli (NewPress)

Milano, 29 settembre 2017 - Debutta  la «settimana corta» al liceo statale Brera di Milano: da lunedì tutti in classe dalle 8.05 alle 15 e niente più lezioni al sabato; ci saranno due intervalli, uno da 10 e l’altro da 20 minuti. Dopo un braccio di ferro lungo tre anni così è deciso. Una commissione ad hoc monitorerà la situazione per apportare migliorie nel liceo artistico più grande d’Italia. «Le discipline a carattere artistico presuppongono tante attività laboratoriali – sottolinea Giampaolo Grazioli, collaboratore della preside Emilia Ametrano –, compattare l’orario a livello verticale comporta un guadagno notevole di tempo. Finalmente la didattica sarà sviluppata sulla base dei contenuti». È solo l’inizio della rivoluzione del Brera. «Via le lezioni da 50 minuti, si organizza il tempo in base all’attività – continua il professore di Filosofia –. Non essendoci più il giorno libero dei professori ci sarà più compresenza e si lavorerà per competenze. Capiamo le esigenze dei ragazzi, lo dice pure Aristotele che anche il corpo deve essere felice: un gruppo di lavoro cercherà di limitare al massimo i disagi».

Il dibattito sulla settimana corta o breve tiene banco da mesi nelle due sedi di via Papa Gregorio XIV e via Hajech, che oggi contano 1.650 iscritti. Prima un sondaggio, poi le votazioni in collegio docenti e in consiglio d’istituto: ad aprile aveva stravinto il no, a giugno il fronte si era spaccato perfettamente a metà. Dopo l’altolà di fine anno, nuova raccolta di firme, nuovo «referendum» e passa il sì. «Se ne parla da tre anni – ricorda Giuseppe Figuccia, collaboratore del preside e docente di multimedialità –, tutto è stato fatto nel rispetto delle regole. Il progetto è passato con la maggioranza, erano assenti due rappresentanti degli studenti e uno dei professori. Sarà anche un risparmio economico e di energia per la pubblica amministrazione».

Ai cancelli note di malcontento. «Non c’è la mensa – ricorda una studentessa –, sarà una settimana a base di panini. Ci daranno a disposizione lo spazio mostre per mangiare, ma non ci stiamo. Tanti poi arrivano da fuori, c’è chi viene anche da Mantova per la fama di Brera e al momento dell’iscrizione non c’era mica scritto che ci sarebbe stata la settimana breve. Senza parlare dell’attenzione che cala. Chi ha disturbi dell’apprendimento non potrebbe frequentare più di sei ore di lezioni al giorno, lo dice il ministero. I disagi ci sono, è stato un colpo di mano dell’estate, gli studenti erano quasi tutti per il no». Molti genitori si erano schierati dalla parte della settimana lunga. «Per i Dsa ci sono tutti gli strumenti compensativi – ricorda Grazioli – e poi non sono sette ore di filosofia di fila, ma ci sono i laboratori e attività. Massima disponibilità a rimodulare il progetto per migliorarlo».