LAURA LANA
Cronaca

Sesto, l’intervento modello e l’ipotesi di abbassare le pretese

Il modello di bonifica delle ex Falck a Milanosesto, definito esemplare dai Governi passati, è ora messo in discussione dagli operatori del sito. Mentre alcuni comparti sono stati risanati, altri restano in attesa. Si ipotizza un nuovo piano di risanamento più economico, ma al momento non ci sono richieste ufficiali al ministero dell'Ambiente. La bonifica delle aree inquinante è cruciale per il futuro della riqualificazione.

Sesto, l’intervento modello e l’ipotesi di abbassare le pretese

Lo scheletro dei giganteschi impianti delle acciaierie Falck che sono parte del più grande sito dismesso d’Europa

SESTO SAN GIOVANNI (Milano)

Ben due Governi – Renzi e Conte I – avevano definito le bonifiche delle ex Falck "un modello per l’Italia e l’Europa". Oggi questo modello viene messo in discussione proprio da chi lo ha ereditato, vale a dire gli operatori di Milanosesto, il contenitore delle società proprietarie delle ex acciaierie. Perché se uno dei comparti è già stato risanato e in questi mesi sono finalmente spuntati i cantieri, tutti gli altri aspettano ancora la pulizia. Ad aprile i rumors si sono fatti insistenti: i privati sognano un nuovo piano di risanamento, molto più economico di quello modello sul comparto Unione. A oggi nessuna richiesta di modifica è stata presentata al ministero dell’Ambiente, unico organo deputato a decidere sulla più grande area dismessa d’Europa, che fa parte di un sito di interesse nazionale. Un’incognita che pesa sul futuro di una riqualificazione ancora in attesa di un masterplan definitivo e che si aggiunge alle altre macerie disseminate lungo la strada.

Accanto al cantiere della Città della Salute e della Ricerca, che ospiterà Istituto dei Tumori e Neurologico Besta in un unico polo per fine 2027, ci sono ad esempio più di 10mila metri cubi di terreni inquinati con Cesio 137. La bonifica speciale non era stata prevista per questi 40mila metri dove dovranno sorgere posteggio, parte dell’albergo e il mega campus del San Raffaele 2 in via Trento, anche se l’arrivo dei 5mila studenti è da confermare. La procedura è in mano alla Prefettura perché il cesio è classificato come rifiuto radioattivo, che deve essere smaltito con modalità precise e apposite discariche. Dal 1996, data dell’ultima colata delle Falck, solo poco più di un comparto è stato bonificato su quasi un milione e mezzo di metri quadri. La prima volta, per quell’operazione definita “modello” dai ministri Gian Luca Galletti e Sergio Costa, ci vollero quasi 8 anni per ottenere il bollino della certificazione, 115 persone tra maestranze e addetti ai controlli, droni, torri vedetta, 400mila cubi trattati, riportati e smaltiti e un impianto di Soil Washing, una mega lavatrice per pulire il terreno dagli inquinanti. Le aree Falck da sole rappresentano il 12,4 per cento della superficie dei siti di interesse nazionale, quelli da bonificare, in Lombardia. Ma il Sin di Sesto non comprende solo le ex acciaierie. Qui afferiscono 47 procedimenti di bonifica (dato aggiornato a marzo 2023): 23 potenzialmente contaminati, 13 contaminati, 3 non contaminati, 6 bonificati e 2 da accertare.