
Il rendering del progetto
L’amministrazione la chiama pomposamente ‘Porta Nord’. Il progettista – e l’ufficio vendite – ‘Giardino degli Ulivi’.
In viale Casiraghi 508, poco prima del confine con Cinisello Balsamo, c’era una volta una fabbrica, che produceva essenze alimentari e floreali, sintetiche e naturali. Patron Mario Dagnoni, figura di riferimento del ciclismo su pista, è scomparso nel 2015 e i figli hanno poi ceduto l’area a chi costruirà il nuovo complesso residenziale, come il Gruppo Smv Costruzioni che ora sta lavorando al Bosco sui Navigli di Boeri. Il capannone dei profumi è rimasto dismesso per oltre una decina di anni, a più riprese occupato da rom e disperati. "L’ultimo desiderio di Dagnoni era quello di realizzare un parco di ulivi. Li abbiamo inseriti così da esaudirlo. Da qui il nome del complesso".
A firmare il progetto è Marco Magni, l’architetto che nel 2012 patteggiò un anno e 8 mesi per corruzione nell’inchiesta del Sistema Sesto, con 500mila euro sborsati nelle casse della Procura di Monza, insieme all’ex assessore all’Edilizia privata Pasqualino Di Leva e all’ex responsabile dello Sportello unico dell’edilizia privata del Comune Nicoletta Sostaro. Una presentazione in aula consiliare voluta fortemente dall’assessore all’Urbanistica Antonio Lamiranda, all’epoca dello scandalo giudiziario grande accusatore politico dai banchi dell’opposizione.
“Io sono stato invitato perché questo progetto segue una filosofia. Arrivo dalla scuola di un urbanista che si chiama Giorgio Morpurgo, che non è sicuramente un palazzinaro – ha spiegato Magni in una commissione ripresa per la prima volta in diretta YouTube -. La ricerca di un architetto è progettare qualcosa di bello. Qui il nostro studio ha cercato di ridurre il consumo di suolo su un’area abbandonata, oggetto di sgomberi e altre problematiche per cui mi hanno chiamato a intervenire".
In viale Casiraghi sono in corso le demolizioni. Al posto della fabbrica nasceranno due palazzine alte una trentina di metri (il limite massimo è di 36) per 56 appartamenti complessivi e una stima di 300 nuovi residenti. "Ogni unità abitativa avrà un’ampia loggia già piantumata, elemento trainante dell’intero progetto: dopo la pandemia la richiesta è stata soprattutto di avere spazi esterni. C’è stata un’elevata attenzione ad aspetti ambientali per dare alla città un nuovo aspetto. Ad esempio la collaborazione tra aziende italiane, come Trapattoni Marmi e Agglotech creeranno agglomerati naturali con cemento ad alta prestazione, marmi riciclati e acqua piovana filtrata". Il tutto per facciate senza elementi sintetici. Grande spazio all’agronomo nei 2.500 metri quadri di aree comuni che avranno anche ricariche per bici e auto elettriche: oltre agli ulivi ricordo, lavanda e rosmarino per allontanare le zanzare e catalpa nana "che è fastidiosa per gli insetti".