
Furto di un Rolex (foto d'archivio Bove)
A settembre del 2020, immobile sul letto d’ospedale, al telefono aveva confidato a un amico che le fratture a braccia, bacino e costole lo avrebbero costretto ad "andare in pensione". Se le era procurate cadendo dallo scooter in piazza Repubblica mentre veniva inseguito da un automobilista furioso che aveva appena rapinato di un Patek Philippe da 38mila euro. Ennesimo colpo messo a segno da Espedito Torino, quarantottenne napoletano, criminale “trasfertista“ a caccia di orologi di lusso e fratello di Ciro detto “Dollaro“, che ora ha perso buona parte del suo tesoro: lunedì, i poliziotti della Divisione anticrimine di Milano, con l’aiuto dei colleghi della Questura di Napoli, hanno sequestrato nel capoluogo campano buona parte del suo patrimonio.
Nello specifico diverse unità immobiliari, compresa un’attività commerciale, conti correnti e polizze, senza tralasciare i contanti custoditi in una cassetta di sicurezza: valore complessivo di quasi 2 milioni di euro. Un sequestro di prevenzione ai sensi del Decreto legislativo 159/2011 emesso, su proposta del Questore di Milano, dal Tribunale di Milano – sezione Misure di prevenzione presieduta da Fabio Roia. Con questo provvedimento si va ad "aggredire il patrimonio immobiliare, illecitamente accumulato negli anni – si legge in una nota della Questura – dal 48enne gravato da molteplici precedenti penali e di polizia per reati contro il patrimonio, in particolare rapine". Con un complice simulava un incidente (trucco dello specchietto) per poi strappare dal polso del malcapitato il suo orologio di lusso, anche da 60mila euro.
Le prime tracce dell’attività criminale risalgono al 1993; grazie ai colpi, "l’uomo – scrive il Tribunale – privo, come i suoi familiari, di fonti di reddito lecite, si è assicurato rilevanti profitti". Dopo la rapina del 21 settembre 2020 non l’aveva passata liscia. L’autunno successivo, Torino e il trentasettenne Antonio Zinno (fuggito quella sera con un terzo uomo) sono stati arrestati dalla Squadra mobile coordinata dal dirigente Marco Calì, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Il pregiudicato era stato già arrestato a Milano nel 2009 e nel 2016. Sul curriculum criminale figurano altri reati come estorsione, sostituzione di persona, ricettazione e falso materiale.