REDAZIONE MILANO

Sei anni fa il trans fu aggredito dal suo convivente Poi il ruolo di Bianca nel film "La casa dell’amore"

"Bianca, una transessuale che vive a Milano dal 2009, viene seguito dalla telecamera solo ed esclusivamente all’interno dell’appartamento che condivide con un gatto nero e con la fidanzata Natasha, che al momento si trova in Brasile". È una delle recensioni on line del documentario "La casa dell’amore", atto finale della trilogia del regista Luca Ferri, presentato al Festival internazionale del cinema di Berlino dello scorso febbraio. Il protagonista di quei 77 minuti? "Bianca Dolce Miele" alias Tommaso Libero Riva, il transessuale quarantaseienne arrestato ieri notte dagli agenti del commissariato Quarto Oggiaro per l’omicidio del vicino di casa Giuseppe Alfredo Villa. Il lungometraggio racconta la vita di Bianca-Tommaso all’interno della sua abitazione di via Trilussa, "illuminata esclusivamente da candele perché non c’è corrente elettrica". Un ritratto che evidentemente tratteggia solo in parte la figura di Riva, che ha perso entrambi i genitori più di dieci anni fa e che da allora, riferiscono adesso i vicini, è entrato in un tunnel senza uscita. Un tunnel fatto di aggressioni (subite), cattive frequentazioni e abuso di alcol. Nel giugno del 2014, viene accoltellato dal convivente di allora, un trans brasiliano di 40 anni, al culmine di una banale discussione per il difettoso funzionamento della tv: quando gli agenti arrivano sul posto, trovano l’aggressore quasi in coma per overdose di stupefacenti e la vittima in strada con braccia, gambe e torace sanguinanti.

Altro intervento delle forze dell’ordine il 28 giugno 2017: pure quella volta Riva fu trovato sanguinante, colpito al capo e alla nuca, anche se non volle rivelare l’autore del pestaggio. L’ultimo episodio il 9 gennaio 2019, sempre dello stesso genere: i poliziotti intervennero in via Graf per una lite tra Riva e un’amica somala di 34 anni, che l’aveva colpito poco prima con una bottigliata in testa.N.P.