Milano – “Avevamo prenotato il cinema per il 26 novembre. Era tutto a posto. Ma due giorni fa ho ricevuto una telefonata: “Liliana“ non sarebbe stato più proiettato. Lo hanno rifiutato per paura. Questo mi preoccupa: il fatto che ci sia paura di un docufilm su Liliana Segre vuol dire che qualcosa non va. Dobbiamo sconfiggere questa paura, non possiamo far vincere l’odio”. Lo dice al Giorno il regista Ruggero Gabbai che martedì sera, dal palco del teatro Dal Verme, in occasione della prima milanese che ha conquistato il tutto esaurito e la standing ovation di oltre 1200 spettatori, ha raccontato l’accaduto. Stando a quanto emerso, il cinema Orfeo ha fatto dietrofront, rifiutando di accogliere in sala la pellicola dedicata alla senatrice a vita sopravvissuta ad Auschwitz. “Questa telefonata dal cinema – spiega il regista – mi è arrivata prima che il murale venisse sfregiato”. Si riferisce al murale di aleXsandro Palombo realizzato tra viale Doria e piazzale Loreto con le immagini di Liliana Segre e Sami Modiano, tra gli ultimi sopravvissuti dell’Olocausto, i cui volti sono stati sfregiati; rimosse anche le stelle di David. E, dato che il “no” alla proiezione è stato precedente, la “paura“ non sarebbe stata innescata da quel gesto vandalico ma si sarebbe generata ancora prima. “Preoccupante”, commenta Gabbai.
Il regista racconta che “visto il sold out, per tempo, abbiamo prenotato per il 26 novembre il cinema Orfeo. Ed era tutto a posto. Ma due giorni fa (lunedì per chi legge, ndr) ho ricevuto la telefonata del gestore: “Ho una brutta notizia, la sala non è più a disposizione“. Siccome è sempre gentilissimo gli ho chiesto come mai e lui ha risposto che dopo gli avvenimenti di Amsterdam la proprietà del cinema ha paura. Il timore è per la sicurezza da gestire”. Il gestore dell’Orfeo, ieri, avrebbe spiegato ad alcuni giornalisti di temere manifestazioni e danni: “Io non ho niente contro gli ebrei. Ma lo vede chiunque che oggi ci sono problemi, hanno sfregiato anche il murale con l’immagine della Segre e di Modiano. Io ho paura. Soprattutto non voglio danni”.
Alla fine, quindi, niente sala affittata. Durante la telefonata, “io ho risposto – parole del regista – che se iniziamo ad avere paura vincono loro. Due ore dopo mi ha chiamato Liliana Segre per dirmi dello sfregio al murale”. Dal palco del Dal Verme, Gabbai ha anche riportato la reazione di Liliana Segre a quello sfregio. “Mi ha detto: “Mi hanno tolto il volto, l’identità. Mi hanno lasciato il numero tatuato. Saranno così intelligenti?”. “Se abbiamo paura non entriamo più in quartieri come Molenbeek o in piazzale Segesta. La città – conclude il regista – deve essere aperta”. La pellicola “Liliana“, prodotta da Forma International con Rai Cinema, andrà comunque nelle sale e anche nelle scuole.