
Cornaredo (Milano) – Un altro medico di base in pensione e nessuna certezza sul fatto che verrà sostituito. Si aggrava la carenza di medici di base a Cornaredo. Nei giorni scorsi il dottor Fabio Biondi ha comunicato ai propri assistiti che dal 29 settembre cesserà la propria attività di medicina generale. "È l’ennesima clava che si abbatte sui cittadini cornaredesi e altre si preannunciano nel breve periodo a causa del pensionamento di altri medici", denuncia il Comitato dei cittadini a tutela della salute territoriale che lo scorso giugno aveva avviato una petizione popolare e raccolto oltre mille firme di protesta da inviare alle istituzioni all’insegna dello slogan “Il diritto alla salute ci sta a cuore". Il pensionamento del dottor Biondi è l’ultimo in ordine di tempo, nell’ultimo anno infatti hanno cessato l’attività altri due medici di base e un pediatra, tutti andati in pensione.
Qualche posto libero c’è da altri medici in città o in ambito territoriale, "ma i cittadini più che disagio ormai percepiscono uno stato di smarrimento, in particolare i più fragili e anziani: è una rincorsa ai pochissimi posti disponibili con altri medici oppure, se non cambiano le condizioni, costretti a trovare assistenza fuori dal Comune o tramite la medicina privata", racconta un portavoce del Comitato.
Ora che le vacanze sono finite il Comitato riprende la battaglia per chiedere "che sia garantita la presenza di un adeguato numero di medici di medicina generale e di pediatri, in sostituzione dei medici che cessano l’attività" e nelle prossime settimane sarà organizzata un’iniziativa pubblica.
Intanto il Comune da parte sua ha messo a disposizione alcuni locali per un ambulatorio da assegnare, tramite un bando, a un medico di base. "Era una decisione presa dalla giunta comunale per incrementare la presenza di medici di base sul nostro territorio in attesa della casa di comunità di Asst rhodense, ci auguriamo che tale scelta venga rispettata e che la procedura raggiunga l’obiettivo di garantire una ulteriore presenza ambulatoriale di medicina generale", spiega l’ex assessore Mary Vono che è tra i promotori del Comitato.
Medici di base, ma non solo. Anche il progetto per l’apertura della Casa di comunità all’interno nel bene confiscato alla ’ndrangheta in via Vanzago, è ancora nel cassetto. Eppure l’Asst Rhodense avrebbe ribadito l’apertura entro il 31 dicembre 2025. "Se esistono difficoltà si attivino tempestivamente le idonee soluzioni poiché – conclude l’ex assessore – è un messaggio devastante lasciare abbandonato per così tanti anni un bene confiscato nell’incuria delle Istituzioni".