
Solo alcun dei reperti rinvenuti negli ultimi anni sono già fruibili dal pubblico
Dall’antico sarcofago di epoca tardo-romana alle statue di Rocca Brivio, il Sud Milano si conferma terra di rinvenimenti archeologici. Ma spesso le procedure di recupero e valorizzazione si rivelano lunghe e macchinose, e solo dopo anni i cittadini riescono a fruire di questi reperti. A riaccendere i riflettori sui tesori e le suggestioni custodite nei Comuni del Lambro sono gli accertamenti della Soprintendenza alle Belle Arti, che in questi giorni è al lavoro in via San Francesco, a Melegnano. Qui, durante gli scavi per la realizzazione di un ospedale di comunità, sono stati rinvenuti i resti di un vecchio cimitero ottocentesco, dismesso da quasi un secolo. Si tratterebbe di cippi funerari e ossa umane. Sono attualmente in corso le verifiche per capire se il materiale emerso sia effettivamente riconducibile al camposanto e se possa avere un qualche valore storico.
Ma questo ritrovamento non è il solo nella storia recente del Sud Milano. Nel 2012 Maurizio Bramini, attuale presidente della sezione locale di Italia Nostra, si era imbattuto, nelle campagne di Sesto Ulteriano, alla periferia di San Giuliano, in quello che poi si è rivelato il coperchio di un antico sarcofago del terzo-quarto secolo dopo Cristo. A suscitare la curiosità del suo scopritore era stata una strana cuspide che riaffiorava in parte dal terreno. Solo nel 2017 il reperto è stato dissotterrato e a partire dal 2024 esposto al pubblico nello Spaziocultura di San Giuliano, dopo essere stato sottoposto ad un lavoro di pulitura e restauro.
Sempre a San Giuliano aspettano di essere disseppelliti i quattro giganti di pietra di Rocca Brivio, statue presumibilmente settecentesche, rinvenute per caso, nel 2023, nel terreno della stessa Rocca. Si tratta di "telamoni", figure maschili di grandi dimensioni (sono alte due metri e mezzo) solitamente usate come elementi di sostegno architettonico, o anche solo a scopo decorativo. Con ogni probabilità, un tempo queste opere facevano parte dell’arredo della Rocca, antica villa patronale del Sei-Settecento incastonata nel Parco agricolo Sud Milano. Resta da capire perché siano state poi dismesse e sepolte nel terreno. "Il loro recupero richiederebbe investimenti che la società proprietaria della Rocca, in liquidazione, non è in grado di sostenere – spiega Luca Orlandi, presidente dell’associazione Roccabrivio, che sta seguendo la vicenda –. Si aspetta un piano di rilancio dell’edificio per procedere con una serie d’interventi, compreso questo". Intanto, le statue restano giacenti nel punto dove sono state avvistate, coperte da un telo protettivo. Sono stati invece restaurati, sulla via Emilia nel tratto di San Giuliano, i due pilastri che un tempo segnavano l’acceso al Monastero della Vittoria, fatto erigere dal re francese Francesco I per celebrare il suo trionfo sugli svizzeri durante la battaglia di Marignano del 1515. Gli scontri armati, al termine dei quali i francesi assunsero il controllo del Ducato di Milano, avvennero proprio nel territorio di San Giuliano.