Prevenzione incendi nel mirino: a Milano solo 100 scuole sono in regola

Il forzista Comazzi: il Comune ha fornito dati allarmanti, dal 2017 non è cambiato niente. Replica l'assessore Galimberti: fondi raddoppiati in 3 anni per interventi strutturali

Un vigile del fuoco impegnato in un’esercitazione

Un vigile del fuoco impegnato in un’esercitazione

Milano, 12 dicembre 2019 -  Il consigliere comunale di Forza Italia Gianluca Comazzi denuncia che «sono poco più di 50 su oltre 500 le scuole di Milano in regola con il Certificato prevenzione incendi (Cpi)». L’assessore all’Educazione Laura Galimberti ribatte che «sono un centinaio le scuole con cantieri di Cpi conclusi» e fa sapere che gli istituto scolastici cittadini sono 460. Una guerra dei numeri tra opposizione di centrodestra e Giunta che dimostra comunque che per ora solo una minoranza delle scuole sono completamente in regola con le «misure di natura strutturale» – spesso la realizzazione di scale anti-incendio – richieste dalla legge sulla prevenzione incendi nei luoghi frequentati dagli alunni.

«Un dato allarmante , che mostra un quadro rimasto pressoché invariato dal 2017, quando gli istituti dotati di Cpi erano 30 – insiste l’azzurro Comazzi –. In passato abbiamo già assistito al verificarsi di incendi all’interno di strutture prive di regolare certificazione, ad esempio nel febbraio 2017 nella scuola elementare Giovanni Pascoli di via Rasori, in zona Pagano. La sicurezza degli studenti, oltre che dei docenti e del personale scolastico, non è un tema da prendere sottogamba». Il consigliere forzista polemizza con l’assessorato all’Educazione prendendo spunto dai numeri contenuti nella risposta della Galimberti a un’interrogazione proprio sul tema del Certificato di prevenzione incendi negli istituti scolastici. Una risposta in cui si legge che per quanto riguarda gli interventi di natura strutturale previsti dalla legge in vigore, «considerando che i cantieri attualmente in corso sono stati avviati nel 2015, risultano conclusi lavori in 50 località, in corso in altre 20 e già previsti in ulteriori 39». Da qui l’affondo di Comazzi su solo 50 scuole in regola.

Ma la Galimberti replica che i numeri sopracitati vanno inquadrati in maniera più precisa: «Premettendo che tutti gli edifici scolastici sono a norma per quel che riguarda le misure prioritarie indicate dal ministero dell’Interno e che la legge prevede altri tre anni per l’adeguamento a quelle di natura strutturale, sono un centinaio le scuole con cantieri di Cpi conclusi (compresi quelli prima del 2010) o costruite successivamente all’entrata in vigore della normativa. Non è però possibile effettuare una semplice sottrazione per diverse ragioni: oltre ai cantieri specificatamente per i Cpi, per esempio, spesso piccole opere necessarie vengono effettuate nel momento in cui si interviene sull’edificio per altre motivazioni. La progettazione, inoltre, viene effettuata nel momento in cui c’è uno strumento (appalto/accordo quadro) in cui inserire i lavori: è dunque possibile parlare di numeri solo rispetto al già programmato, così come comunicato a Comazzi». L’assessore , subito dopo, pone l’accento sui finanziamenti che il Comune ha previsto per completare i lavori nelle scuole e dotarle tutte del certificato Cpi: «Ci terrei a sottolineare il raddoppio dei fondi dedicati al tema dei Cpi, per i quali si prevede un investimento di 30 milioni di euro in tre anni (2019-21)».

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