Milano, classi a pezzi e vecchi problemi: a scuola sarà un autunno caldo

Matteo Toscani, dell’Unione degli Studenti Lombardia: "Chiediamo alla politica di essere ascoltati perché la scuola è sempre in fondo alla lista delle priorità"

Milano - «Sarà un “autunno caldo“, chiediamo alla politica di essere ascoltati perché la scuola è sempre in fondo alla lista delle priorità". Matteo Toscani, dell’Unione degli Studenti Lombardia, guarda alla protesta di Arese come all’ennesimo segnale di disagio, fra problemi irrisolti e richieste trascurate, di un mondo che torna alla normalità dopo l’esperienza della didattica a distanza. Una protesta che potrebbe essere il preludio di un autunno di scioperi e occupazioni.

Lo scorso 15 settembre gli studenti si erano radunati in presidio sotto Palazzo Lombardia, sede della Regione, esponendo uno striscione: "Sul diritto allo studio decidiamo noi". Una manifestazione nell’ambito della campagna per "ricostruire il sistema scolastico italiano" sulla base di cinque pilastri: abolizione dei Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento (Pcto) (l’ex alternanza scuola lavoro) in favore dell’istruzione integrata; potenziamento e ripensamento delle forme di rappresentanza e di partecipazione studentesca; garanzia di salute, sicurezza e benessere psicologico nelle scuole; stesura di una legge nazionale sul diritto allo studio; riforma dello statuto delle studentesse e degli studenti. Una nuova giornata di mobilitazione è programmata per il 18 novembre. Il 23 settembre, invece, gli studenti scenderanno in piazza anche a Milano nella giornata di sciopero globale per il clima proclamata dal movimento Fridays for Future.

«I problemi che c’erano prima della pandemia ora sono amplificati – spiega Toscani – penso ad esempio all’edilizia scolastica. Il Pnrr prevede l’allestimento di laboratori innovativi e attrezzati, quando gli studenti sono ancora costretti a seguire le lezioni in spazi inadeguati, fatiscenti e pericolosi". Il rappresentante dell’Uds cita l’ultimo rapporto dell’Osservatorio civico sulla sicurezza a scuola di Cittadinanzattiva. Sono 460 mila i bambini e ragazzi che studiano in 17mila classi con più di 25 alunni; il problema è concentrato soprattutto nelle scuole superiori, dove il 7% delle classi è in sovrannumero, con le maggiori criticità nelle regioni più popolose. Solo la Lombardia conta 1889 classi con più di 25 alunni.

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