
Marco Bussetti, 58 anni, è stato ministro dell’Istruzione nel primo governo Conte
Milano, 13 ottobre 2020 - Un anno fa sedeva lui, a Roma, sulla poltrona di ministro dell’Istruzione, in quota Lega. Pochi giorni fa, tornato dirigente scolastico provinciale di Milano, Marco Bussetti ha dovuto subire l’onta dell’invio da parte del suo successore, la pentastellata Lucia Azzolina, di una “task-force” che, in tre giorni, avrebbe concluso circa 600 nomine. Dopo i ritardi, gli errori nelle graduatorie, le diffide sindacali e la lettera inviata da 50 sindaci dell’area metropolitana contro l’operato del provveditore, la ministra ha mandato a Milano tre ispettori: Mariastella Fortunato, Antonella Iunti e Amanda Ferrario, già collaboratrice di Bussetti. Passano i giorni e la polemica non si placa. Ma assume sempre più un colore politico dopo le dichiarazioni a sostegno di Bussetti di alcuni deputati della Lega in commissione Cultura. Nel frattempo anche il fronte dei sindacati si spacca, con Cgil e Unione Sindacale di Base che difendono i lavoratori ma accusano l’operato del provveditore, e Cisl che invece si schiera dalla sua parte.
Bussetti, da agosto ad oggi cosa ha fatto l’Ufficio scolastico di Milano? Tanti le contestano ritardi ed errori. Da un mese è cominciata la scuola e ancora le famiglie sono alle prese con orari e servizi ridotti.
"Abbiamo fatto quello che c’era da fare, seguendo le procedure indicate dal Ministero. È chiaro però che 112mila domande vanno valutate. Il 4 settembre eravamo pronti a pubblicare le graduatorie poi il ministero ci ha detto di fare modifiche. Le abbiamo pubblicate il 7 lasciando fino al 12 settembre la possibilità di richiedere correzioni".
Dopo un mese con orari ridotti finalmente stanno arrivando i professori, sicuro fosse impossibile non arrivare in ritardo?
"Non ci sono ritardi, perché in questo caso significherebbe che in Italia tutti siano in ritardo. Abbiamo il personale di Milano sotto organico per il 60% e sentirsi accusare di queste cose è assurdo, dato che abbiamo curato le richieste di tutte le persone, nonostante i problemi legati al programma informatico".
Perché non avete chiesto aiuto dato che il Ministero sarebbe stato disponibile?
"Abbiamo completato le operazioni nei tempi previsti lavorando anche ad agosto. Ricevendo solo il 2,6% dei reclami, il 97% ha ritenuto che andasse bene".
Sono 4mila richieste di correzioni… sente di aver sbagliato qualcosa?
"Gli unici errori che abbiamo fatto sono stati sul lavoro e non di impostazione. Lavorando in continuazione, può capitare che si sbagli qualcosa, come avviene ricorreggendo per dodici ore a fila".
Da ex ministro, cosa avrebbe fatto al posto della Azzolina?
"Avrei cercato di seguire il lavoro insieme ai sindacati valorizzando il personale scolastico. In attesa delle graduatorie definitive si sarebbero potute considerare quelle vecchie e i professori sarebbero stati in aula. Avevo proposto questa soluzione già i primi di settembre. Soluzione adottata e condiviso con tutti i sindacati".
Allora vuol dire che gli errori stati commessi dal Ministero?
"Non voglio giudicare la ministra perché lei ricopre un ruolo politico e io no. In ogni caso il suo operato si può giudicare dai risultati e se siamo in questa situazione è chiaro che qualcosa non è andato come doveva".
A che punto siamo oggi?
"Siamo a quasi 9mila nomine, mercoledì o giovedì avremo finito".
L’intervento di Roma ha accelerato o bloccato il lavoro?
"Condivido perfettamente la nota dei rappresentati dei lavoratori dell’Ufficio scolastico. I tre ispettori hanno richiesto dati che avevano già. È stata una presenza fuori luogo e sono arrivati quando il nostro lavoro era praticamente finito".
Si è sentito attaccato politicamente?
"Un attacco politico quando io non sono un politico, da anni faccio questo mestiere e non vedo le ragioni per questo accanimento".