Scuola da esaurimento: a rischio stress tre presidi su nove. "Carichi raddoppiati"

La ricerca di Bicocca sul benessere di chi guida le scuole lombarde: "La loro salute ha ripercussioni su tutta la comunità: più attenzione". Al lavoro anche oltre 60 ore alla settimana, ritmi aumentati dopo il Covid

Il livello di stress dei dirigenti scolastici è in continuo aumento

Il livello di stress dei dirigenti scolastici è in continuo aumento

Milano, 31 marzo 2024 –  Sovraccarichi di lavoro e a rischio burnout: un dirigente scolastico su quattro in Lombardia ha dichiarato di lavorare più di 60 ore a settimana, quasi quattro su cinque oltre 40 ore e le incombenze sono lievitate dopo la pandemia.

A scandagliare il benessere dei presidi e le loro fatiche è l’Università di Milano-Bicocca con l’Health & Sustainability Lab del dipartimento di Psicologia. Lo studio è una costola di una ricerca condotta con l’Università di Firenze, promossa dal consorzio internazionale “Covid-Hl Network“ e sviluppata da Stefano Delbosq, Veronica Velasco e Luca Piero Vecchio in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale. All’indagine hanno partecipato 366 dirigenti scolastici lombardi (su 925 interpellati a livello nazionale), grazie anche alla collaborazione delle associazioni di categoria, Anp e Andis.

Si parte da un dato: in Lombardia il 45% del presidi si ritiene piuttosto o molto soddisfatto della propria condizione lavorativa, il 28% piuttosto o molto insoddisfatto, il 27% non si sbilancia. Ma il 36% denuncia livelli di esaurimento molto elevati, associati al burnout. Solo il 34% dei dirigenti non si sente mai (o quasi mai) "fisicamente esaurito al lavoro". Uno su due riferisce di far sempre o spesso fatica a recuperare le energie dopo la giornata lavorativa. Le presidi riportano un livello medio di esaurimento superiore rispetto ai colleghi uomini: il 40% delle dirigenti è nella categoria critica rispetto al 23% degli uomini.

Analizzando anche le varianti anagrafiche, gli over 60 riportano livelli di affaticamento statisticamente inferiori rispetto ai colleghi tra 50 e 59 anni, ma non risultano differenze rispetto a quelli con meno di 50 anni.

La pandemia ha rappresentato anche per loro uno spartiacque: confrontando infatti il carico di lavoro prima e dopo il Covid, tre su quattro hanno indicato un incremento lavorativo, solo per uno su cinque il monte orario è rimasto sostanzialmente invariato, il 4% dei dirigenti lombardi indica una riduzione delle ore di lavoro settimanali.

"Emerge un sovraccarico lavorativo e una fatica a conciliare tutte le attività e si evidenzia la mancanza di momenti di condivisione e di riflessione anche tra dirigenti, come pure di incontri di formazione. Dove sono stati organizzati hanno prodotto benessere", spiega Veronica Velasco, professoressa di Psicologia del lavoro che ha curato l’indagine con i colleghi dell’Health & Sustainability Lab.

Nel report il 91% sostiene di lavorare più di quanto stabilito dal proprio contratto e "spesso" o "molto spesso" nel proprio tempo libero; il 56% ha ridotto il sonno. La maggioranza dei dirigenti lombardi (oltre il 70%) riporta un ritmo di lavoro insostenibile e dannoso che, oltre a essersi prolungato, si è fatto più intenso anche per non intaccare la qualità (un numero inferiore ha segnalato una riduzione della qualità del lavoro in termini di standard e aspettative). E una volta archiviata la pandemia, non sono mancate nuove sfide e scadenze, tra sperimentazioni didattiche e progetti del Pnrr.

Analizzando lo stato di salute, il 60% presenta bassi livelli di benessere, solo l’11% riporta di nonriportare se non raramente almeno un sintomo psicosomatico; le malattie croniche hanno una prevalenza del 33,7%, ma non impattano nella loro attività quotidiana. La salute percepita è la dimensione che presenta i valori migliori: il 93% del campione riporta di avere una salute almeno discreta. "Il benessere dei dirigenti scolastici ha ripercussioni su tanti livelli, sulla loro salute ma anche rispetto a insegnanti e studenti – prosegue Velasco –. Non solo: sono i dirigenti a indicare strategie di prevenzione e benessere della comunità scolastica. Preservarne la salute è fondamentale". Quanto la loro formazione "non solo a livello manageriale". "Il ruolo di coordinamento didattico e formativo resta una loro prerogativa – sottolinea la docente –, ma anche da altri studi è emerso il poco tempo che si riesce a dedicare a questi aspetti quando si è concentrati a gestire il sovraccarico di lavoro". Nello studio luci e ombre: "Le competenze digitali sono aumentate e la Lombardia è più dotata di infrastrutture tecnologiche ma anche di reti di scuole che promuovono il benessere: sono state costruite già nel 2011, prima del Covid, sono cresciute e si sono consolidate".

L’obiettivo è non spegnere il faro sul tema. "L’indagine è stata condotta alla fine di un periodo critico, come quello pandemico, ma il sovraccarico rimane – conclude Velasco –. L’idea, anche per il futuro, è di replicare questa ricerca per avere una visione complessiva sulla dimensione del benessere nelle scuole".