
Rendere più sicure le scuole inserendo i 3.000 “camici grigi” lombardi come medici scolastici a tempo indeterminato, non solo in fase di emergenza Covid-19. È la proposta della Cisl Medici Lombardia, che rilancia la figura del medico scolastico con compiti non solo di sorveglianza sanitaria anti-Covid, ma anche di prevenzione ed educazione sanitaria. I ‘camici grigi, spiega la Cisl, sono quei giovani medici che, laureati, non hanno trovato posto nelle scuole di specializzazione (necessaria per assunzione ospedaliera), nè al corso di formazione per la medicina generale e che quindi non riescono a lavorare.
"In una fase di carenza di medici specialisti - spiega Danilo Mazzacane, segretario generale Cisl Medici Lombardia - si potrebbe ricorrere a quei medici che a causa della carenza di posti nelle scuole di specialità non hanno avuto e difficilmente potranno acquisire nel breve una specializzazione. Un modo per aumentare la sicurezza nelle scuole e dare una prospettiva a centinaia di medici precari".
"Sono circa tremila in Lombardia (15mila in Italia) - ricorda la Cisl - i medici che svolgono diverse mansioni con contratti libero professionali in forma di grave precarietà, con retribuzioni inadeguate ed una posizione previdenziale in prospettiva non rassicurante.
Rinvigorire il presidio sanitario nelle scuole e garantirne l’assunzione come veri e propri medici scolastici a tempo indeterminato avrebbe dunque secondo il sindacato una duplice efficacia "per aumentare la sicurezza nelle scuole e dare una prospettiva a centinaia di medici precari".
Il problema è annoso è ha visto più volte la presa di posizione dei sindacati per difendere una categoria di medici rimasti nel limbo. Alessandro Garau, segretario nazionale del Coas medici dirigenti, aveva chiesto l’intervento dell’allora ministra della Salute, Giulia Grillo, per trovare soluzioni adeguate.
"Negli ultimi anni - aveva affermato - si è creata questa massa di medici laureati che, non trovando una via verso la specializzazione e il lavoro, o vanno all’estero o scelgono altra attività o sopravvivono con impieghi saltuari. Questa sacca di medici sottoccupati si è formata per l’inadeguatezza delle norme precedenti basate su un ottuso risparmio. È necessario cambiare quelle norme e, considerato lo stato necessità di medici, che si muova nell’ottica di dare un lavoro a questi laureati, per impedire che emigrino". Poi sono arrivati il Covid e la nuova emergenza sanitaria che, ancora di più, mette in evidenza secondo i sindacati l’utilizzo pieno e adeguato contrattualmente dei “camici grigi“.