
Il procuratore capo Edmondo Bruti Liberati
Milano, 8 aprile 2015 - Nuovo scontro in Procura a Milano. Dopo quello che ha visto coinvolti il procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati e il capo del pool anti corruzione Alfredo Robledo, oggi si è aperto lo scontro tra 3 pm dell'antiterrorismo e il procuratore Bruti Liberati.
La querelle, questa volta, riguarda la nomina di un pm nel dipartimento che si occupa di lotta al terrorismo e frodi informatiche al posto di Grazia Pradella, nel frattempo nominata procuratore aggiunto e trasferita alla Procura di Imperia. Per rimpiazzarla, era stato bandito un "concorso interno" e, lo scorso 18 marzo, Bruti aveva nominato il pm Enrico Pavone, che faceva parte del dipartimento lavoro e ambiente. Ma anche altri tre magistrati, già da tempo in forze all'antiterrorismo, avevano presentato domanda per quel posto "vacante": i pm Paola Pirotta, Alessandro Gobbis e Francesco Cajani che, tra l'altro, presentando la loro candidatura, avevano chiesto al capo della Procura di potersi dedicare maggiormente di indagini sul terrorismo anziché su reati di natura informatica. Candidature che Bruti non avrebbe neppure preso in considerazione.
Così i tre magistrati hanno preso carta e penna e si sono rivolti al consiglio giudiziario di Milano. Contestando le decisioni di Bruti tanto nel metodo e quanto nel merito. Innanzitutto perché, a loro dire, la nomina di Pavone non sarebbe regolare (il pm è arrivato a Milano nel settembre 2013 e, in base a una circolare del Csm, non potrebbe essere trasferito da un dipartimento all'altro prima del termine del biennio). E in secondo luogo perché, secondo i tre sostituti, da Bruti non sarebbe arrivata nessuna risposta alle loro richieste.