
Protesta dei lavoratori addetti ai bagagli
Milano, 3 agosto 2017 - Non si spegne l’eco dello sciopero selvaggio messo in atto negli aeroporti di Linate e Malpensa dai lavoratori dell’handling, il settore dello smistamento bagagli, per impedire l’ingresso negli scali milanesi delle cooperative, ed in particolare della cooperativa Alpina, quella della quale si serve Ryanair, già operativa a Orio Al Serio. Dal Governo si leva la voce del viceministro ai Trasporti, Riccardo Nencini: «Protesta illegittima, la giornata del primo agosto rientra nel periodo di franchigia (ovvero: la tregua estiva ndr). Assumere decisioni a danno dei passeggeri, in un momento di così forte affluenza del traffico aeroportuale è irresponsabile».
Come preannunciato, la Commissione di Garanzia sugli scioperi ha avviato l’istruttoria per accertare l’accaduto e valutare eventuali sanzioni. Non solo: l’«Ibar», l’associazione che rappresenta 52 compagnie aeree domiciliate o attive in Italia, esprime ai passeggeri penalizzati dalla protesta sindacale «il proprio rincrescimento per i ritardi e i disservizi» verificatisi martedì sotto lo spazio aereo milanese.Ma ad uscire allo scoperto, a parlare, è anche Filippo Cutrona, presidente della cooperativa Alpina, sì proprio la coop contro la quale si battono compatti, e da mesi, otto sindacati, confederali compresi. «Abbiamo dato mandato ai nostri legali di accertare se ci siano gli estremi per portare in tribunale gli esponenti sindacali che, nella giornata di martedì, con le loro dichiarazioni pubbliche e con i loro atteggiamenti hanno provocato un danno di immagine ad una cooperativa seria ed onesta come la nostra – fa sapere Cutrona –. Siamo decisi ad andare fino in fondo per tutelare la nostra immagine e quella dei nostri lavoratori». Cutrona smentisce che Alpina ricorra a inquadramenti contrattuali diversi e più penalizzanti rispetto a quelli ai quali ricorrono le società di handling: «Noi impieghiamo i contratti Assohandlers (l’Associazione nazionale degli operatori di handling ndr), le retribuzioni dei nostri dipendenti sono calcolate in base alle stesse normative con le quali sono calcolate le buste paga delle società di handling». Smentisce che le retribuzioni siano invece più basse del 30 per cento. Smentisce che la flessibilità dei turni imposti ai propri dipendenti dalle cooperative, e da Alpina in particolare, sia tale da rasentare il modello del «lavoro a chiamata». Smentisce, in sostanza, che Alpina possa portare negli aeroporti milanesi quel «dumping sociale», quel peggioramento delle condizioni di lavoro degli addetti dell’handling che i sindacati hanno fin qui denunciato. Quando gli si chiede come mai Ryanair, compagnia che basa la sua fortuna sulla minimizzazione dei costi operativi, per lo smistamento bagagli ricorra quasi sempre alla coppia formata da Ags (titolare della commessa) e Alpina (sub-appaltante del 30% della commessa), Cutrona risponde che è un fatto di qualità del servizio offerto. Quando gli si chiede quale sia, allora, la ragione della protesta di ieri che ha visto uniti tutti i sindacati, Cutrona risponde, invece, che «esiste un cartello». «Negli aeroporti di Milano esiste un cartello formato da Sea (la società che gestisce Linate e Malpensa, ndr), da Airport Handling (operatore ora indipendente costituito per uscire dalla vertenza europea contro Sea Handling ndr) e dai sindacati confederali. Chi nega che ci sia commistione tra Sea, Airport Handling e i tre maggiori sindacati nega l’evidenza – dice il presidente di Alpina – Noi diamo fastidio perché non rientriamo in questo cartello». Per completezza di informazione va detto che la protesta contro la coop è stata formalmente appoggiata anche da altre 5 sigle sindacali oltre a Cgil, Cisl e Uil. «Questi sindacati – conclude Cutrona – non stanno difendendo i lavoratori. Stanno difendendo, invece, solo i loro lavoratori, che è cosa diversa. E stanno impedendo a 55 nostri dipendenti di iniziare a lavorare. Tanti ne impiegheremo a Malpensa, appena potremo entrare. E la metà di loro avrà un contratto full time a tempo indeterminato». Ma di questo si tornerà a parlare solo dal primo settembre, quando scadrà la sospensiva decisa per motivi di ordine pubblico da Enac nei confronti di Alpina.