Scelte più razionali con la lingua straniera

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Se "Ti amo" è più facile dirlo nella propria lingua (e funziona anche per le parolacce), usando un idioma straniero si prenderebbero scelte più razionali e meno emotive. Il fenomeno ha un nome, si chiama Fle - che sta per Foreign Language Effect - ed è stato indagato anche dai ricercatori dell’università di Milano-Bicocca insieme ad alcuni colleghi delle Università Vita Salute San Raffaele e di Padova. "Abbiamo condotto un lavoro di meta-analisi su 91 esperimenti precedenti, svolti in diverse lingue, che hanno coinvolto - in diversi laboratori - 13.886 partecipanti (circa metà ha svolto i compiti decisionali nella lingua nativa e l’altra metà nella lingua straniera, spesso l’inglese)", spiega Simone Sulpizio (foto), ricercatore del dipartimento di Psicologia della Bicocca. Cambiando la lingua di origine il risultato sembra non cambiare: "I partecipanti tendono a prendere scelte più razionali quando i problemi decisionali sono posti in lingua straniera, rispetto a quando sono posti in lingua nativa. E il fenomeno si riscontra in diverse tipologie di scelte, dai dilemmi morali alle condizioni di rischio", continua il ricercatore. Si accende così un faro sulla relazione tra linguaggio ed emozioni.

"Da questo fenomeno possono essere tratti anche alcuni suggerimenti nella comunicazione quotidiana e anche nei contesti decisionali, per politiche sociali e legislative - aggiunge Sulpizio -. Scegliere in che lingua comunicare un’informazione può essere funzionale e più efficace nella doppia direzione: usando la lingua straniera (funziona ovviamente solo se la si conosce abbastanza bene, ndr) quando si vorrebbero decisioni più razionali e la lingua di origine quando invece si ha intenzione di comunicare maggiormente gli aspetti emotivi". Si.Ba.

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