REDAZIONE MILANO

Scatta l’allarme occupazione Italtel chiede 123 licenziamenti I sindacati: "È inaccettabile"

La multinazionale, dopo anni di tagli, si giustifica con la crisi e riposizionamento sul mercato. I rappresentanti dei dipendenti chiedono l’intervento del Governo e un incontro con l’azienda.

Scatta l’allarme occupazione Italtel chiede 123 licenziamenti I sindacati: "È inaccettabile"

Organici non "più in linea con il mutato scenario aziendale e di mercato": Italtel, la multinazionale dell’Information & Communication Technology, ha aperto la procedura di licenziamento collettivo per 123 dipendenti. Dopo anni di tagli, cassa integrazione, contratti di solidarietà, la chiusura della sede storica di Settimo Milano con il trasferimento degli ultimi lavoratori rimasti all’interno del campus tecnologico Caldera Park, martedì pomeriggio l’azienda ha comunicato alle segreterie nazionali di Fim Fiom e Uilm e alle Rsu che nell’ambito di un "percorso di trasformazione per riposizionamento per garantirne la sostenibilità e accelerare la crescita in nuovi mercati", dovrà licenziare 123 dipendenti nelle sedi di Milano, Roma e Palermo. "Tale decisione segue il percorso avviato nel quadro del nuovo piano industriale 2022-2026 presentato al ministero dello Sviluppo economico e alle parti sociali ad agosto scorso - fa sapere l’azienda - Anche per la permanenza delle difficoltà del settore telco, che in Italia continua ad essere il mercato prevalente di Italtel, e con lo scadere a fine marzo dell’ammortizzatore sociale in corso, risulta necessaria l’apertura formale della procedura di razionalizzazione che interesserà 123 esuberi dei 200 previsti nel Piano Industriale". Italtel, dopo il salvataggio, il riassetto societario, l’arrivo del nuovo top management e una nuova strategia di business verso settori innovativi, si ritrova a pochi mesi dall’annuncio del rilancio ad affrontare un altra fase difficile. Immediata la reazione delle organizzazioni sindacali da anni impegnati a difendere posti di lavoro e la più grande azienda italiana del settore delle telecomunicazioni, "respingiamo con forza la falsa soluzione alla crisi aziendale che dipende dalle difficoltà gestionali della nuova proprietà - spiega il coordinamento sindacale - Chiederemo l’intervento del Governo, perché non è ammissibile che un’azienda sgravata del pesante indebitamento (scaricato su lavoratori e creditori) in un momento di grande attività nel mondo dell’Ict e delle telecomunicazioni, grazie agli investimenti del Pnrr, intenda licenziare il 15% del proprio organico". Oltre al Governo le parti sociali hanno già chiesto un incontro con Italtel e nei prossimi giorni convocherà le assemblee dei lavoratori per decidere con loro iniziative di protesta contro "licenziamenti gravi e inaccettabili". Roberta Rampini