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Daniele Scardina esce dall’ospedale e inizia la riabilitazione a Lecco: “È un campione”

Il pugile era ricoverato a Rozzano dal 28 febbraio per un'estesa emorragia cerebrale. “È sveglio e si prepara ad affrontare un percorso di cure e riabilitazione”

Il pugile Daniele Scardina, noto anche come King Toretto

È finalmente uscito dall’ospedale Daniele Scardina, il pugile italiano ricoverato dal 28 febbraio all’ospedale Humanitas di Rozzano a causa di un’estera emorragia cerebrale. L’annuncio è arrivato dal canale ufficiale Instagram dell’atleta. Scardina, si legge nel messaggio, “è sveglio e si prepara ad affrontare un percorso di cure e riabilitazione”, che farà in una struttura riabilitativa in provincia di Lecco.

"Oggi chiudiamo un capitolo della nostra vita e salutiamo l’istituto clinico Humanitas, la nostra casa in questi due mesi”, ha scritto il fratello del pugile, Giovanni, nel post di Instagram. “La strada è ancora lunga, ma lui è un campione e ha già vinto la più dura delle battaglie. God is good all the time. All the time God is good”.

Lo staff che ha curato Scardina

Nel messaggio, si ringrazia tutta l’equipe medica che gli ha prestato soccorso in questi mesi: “Ringraziamo col cuore in mano la Dottoressa Elena Costantini, capo sezione Terapia Intensiva Generale; il Dottor Zefferino Rossini, medico neurochirurgo, che ha operato Daniele; la Dottoressa Stefania Maria Alessandra Radice, responsabile clinico del reparto di Neurochirurgia; il Dottor Maurizio Cecconi, direttore di dipartimento di Anestesia e Terapie Intensive; Giulia Vinciguerra, infermiera gestionale di Neurochirurgia. Insieme a loro ringraziamo tutta l’ Equipe Medica della Terapia Intensiva che per primi si sono occupati di Daniele e tutti gli altri Medici e Infermieri del reparto di Neurochirurgia che in questo ultimo mese si sono presi cura di lui”.

Il malore in palestra

Il malore che ha portato al ricovero di Scardina è avvenuto appena dopo un allenamento in palestra. L’atleta si era sentito male ed era svenuto e per diversi giorni non ha ripreso coscienza. Fondamentale fu l’intervento tempestivo dei sanitari e la delicata operazione per fermare l’emorragia cerebrale.