
Scambisti si ritrovano in parcheggi o club
Milano, 7 marzo 2019 - La serata con tentato scambio di coppia è costata cara ad un 37enne arrestato lo scorso settembre per aver accoltellato tre uomini durante una lite all’interno di un club di via Ripamonti, avvenuta il 12 aprile dello scorso anno. Il trentenne, operaio, è stato condannato a 6 anni con rito abbreviato, anche se il reato è stato riqualificato da plurimo tentato omicidio a lesioni. L’avvocato del condannato, Gabriele Maria Vitiello, si è detto soddisfatto per la riqualificazione giuridica, «perché - ha spiegato - sono certo che il mio assistito non ha colpito con l’intenzione di uccidere, ma nella circostanza si è unicamente difeso da una aggressione». L’utilizzo del coltello, ha aggiunto il legale che ha annunciato ricorso in appello, «tra l’altro, è una conseguenza della paura di Ferrante di poter essere di nuovo aggredito, cosa che poi è avvenuta».
Secondo la ricostruzione degli investigatori, coordinati dal pm Luigi Luzi, l’uomo quella sera era con un amico insieme al quale aveva approcciato all’interno del privé del locale due clienti in compagnia di altrettante donne. Gli uomini avrebbero discusso per la richiesta insistente di un rapporto di gruppo da parte di Ferrante, che sarebbe stato allontanato in malo modo. Poco dopo, lui e l’amico sarebbero rientrati nel locale per recuperare le giacche e in quel momento il 30enne avrebbe ferito con un coltello gli altri due uomini. Un addetto alla cucina aveva tentato di sedare la lite, ma era stato a sua volta colpito. La difesa ha ricostruito, invece, una versione diversa.
Nella prima lite generata da altri uomini che avrebbe incontrato nel locale, Ferrante era stato spinto a terra con violenza, era caduto su un divanetto ed era stato poi colpito forse con un posacenere che gli aveva causato una profonda lesione alla testa. Il 30enne e l’amico dopo quella aggressione avrebbero deciso di andarsene. Una volta fuori dal locale si sarebbero accorti di aver lasciato all’interno una giacca e un borsello. Rientrati per riprendere le cose dimenticate secondo la difesa, il 30enne era talmente preoccupato di essere nuovamente vittima di un’aggressione da parte degli stessi uomini con i quali aveva litigato prima che aveva deciso di tenere in mano il coltello.
A quel punto però era stato comunque aggredito. I feriti alla fine di questa notte di rabbia e delirio saranno tre, uno grave che sarà operato d’urgenza per lesioni molto profonde, il secondo ricoverato al Niguarda in codice giallo. Il terzo con qualche taglio alle braccia ricevuto durante il tentativo di difendersi. Antonio, resosi conto del disastro aveva tentato di scappare, si era rimesso in macchina e aveva sfondato il cancello chiuso davanti al locale, all’uscita aveva trovato la polizia che lo aveva ammanettato.