Scalo Farini e San Cristoforo, parte la rigenerazione urbana: come cambierà Milano

Avviate le procedure di vendita delle due aree che coprono oltre 360 mila metri quadrati. Al posto di asfalto e acciaio sorgeranno parchi, abitazioni e laboratori

Là dove a Milano c’era la ferrovia, tornerà l’erba. E insieme al verde, abitazioni, laboratori e negozi. È ufficialmente iniziato il processo di rigenerazione urbana dell’ex Scalo Farini e dell’ex Scalo San Cristoforo. Si tratta di due aree di oltre 360 mila metri quadrati totali che ospiteranno un grande parco di 25 ettari (circa 250 mila metri quadri), diverse zone residenziali e numerose attività artigianali e manifatturiere.

Il 27 aprile, il gruppo Ferrovie dello Stato ha presentato al pubblico e agli investitori le potenzialità del progetto e ha dato il via alle procedure di vendita delle due zone. L’ex Scalo Farini, che sorge tra Porta Nuova Porta Garibaldi, si trova in uno dei siti più strategici della città, mentre l’ex Scalo San Cristoforo, a sud-ovest del centro e vicino al naviglio, è ideale per ospitare un’area verde.

Cos’era lo Scalo Farini

Dietro il silenzioso muro di cinta dell’ex Scalo Farini c’è una vastissima spianata di asfalto e acciaio interrotta solo da capannoni e vecchie strutture logistiche. Costruito negli anni Venti, fu pensato come snodo per l’arrivo e il transito delle merci a Milano. In realtà, non ha mai funzionato a pieno regime e da decenni è considerata un’infrastruttura obsoleta e, di fatto, inutile. 

Un cantiere nello scalo ferroviario in una foto degli anni Cinquanta
Un cantiere nello scalo ferroviario in una foto degli anni Cinquanta

Oggi gli effetti di questo deserto urbano si ripercuotono anche sul tessuto cittadino e sulla viabilità. Lo scalo taglia in due tutta la zona a nord del Cimitero Monumentale: per passare da un lato all’altro ci si mette più di mezz’ora coi mezzi pubblici e un quarto d’ora in macchina mentre per percorrerlo a piedi si potrebbero impiegare meno di 15 minuti.

Una questione decennale

Della sua riqualificazione si parla da decenni le trattative per una nuova destinazione d’uso sono iniziate all’inizio degli anni Duemila. Il progetto che interessa l’ex Scalo Farini fa parte del più ampio piano di rigenerazione dei sette scali milanesi che è stato avviato nel luglio del 2017 dopo numerosi ostacoli, iter autorizzativi, ricorsi e relative sentenze del Tribunale amministrativo regionale e del Consiglio di Stato.

Il progetto, sottoscritto dal Comune di Milano, dalla Regione Lombardia e dal Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, oltre che Farini e San Cristoforo, riguarderà anche Porta Romana, Greco-Breda, Lambrate, Rogoredo e Porta Genova. Parliamo di uno degli interventi più importanti a livello europeo, che coprirà un’area totale di oltre un milione di metri quadrati, di cui due terzi diventeranno aree verdi.

Gli scali milanesi inclusi nel progetto di rigenerazione urbana
Gli scali milanesi inclusi nel progetto di rigenerazione urbana

Cosa prevede il progetto

L’area maggiore dell’ex Scalo Farini sarà occupata da un’isola verde e da strutture residenziali. Secondo i calcoli dei progettisti, almeno il 22 per cento della superficie sarà dedicata a residenze per l’affitto a prezzi accessibili. La quota di residenze “potrebbe crescere”, secondo l’assessore comunale all’Urbanistica Giancarlo Tancredi, e si dividerà tra case a tariffe agevolate, abitazioni e canone sociale o moderato e strutture per studenti e co-housing sociale.

Il rendering che mostra come diventerà l'ex Scalo Farini
Il rendering che mostra come diventerà l'ex Scalo Farini

Nell’area sorgerà un grande parco lineare, che circonda la ferrovia, scavalcandola attraverso due ponti verdi. All’interno sono previsti anche un nuovo Campus delle Arti dell’Accademia di Brera, che occuperà circa 20 mila metri quadrati, diverse piazze-giardino attrezzate, attività artigianali e manifatturiere, nonché edifici adibiti a funzioni e servizi di carattere pubblico.

La vendita dell’area

Tutti i lotti in vendita nelle due aree di Farini e San Cristoforo dovrebbero essere acquistati – in tre fasi – entro il 2024, secondo l’amministratore delegato di FS Sistemi Urbani, Umberto Lebruto. Dopo la vendita inizierà l’iter autorizzativo e poi la costruzione degli edifici e dei siti ecologici.

Al momento non è possibile sapere quanto il gruppo incasserà dalla vendita sul mercato, ma l’ex scalo di Porta Romana era stato venduto a circa 1.000 euro al metro quadro: facendo un rapporto simile si arriverebbe a circa 360 milioni di euro.

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