
di Nicola Palma
Salta la Prima del 7 dicembre, almeno per come l’abbiamo sempre conosciuta. Niente opera lirica, forse un Galà del canto. Ieri il Cda della Scala si è dovuto arrendere al lockdown imminente e al focolaio nel coro, prendendo atto che "nell’attuale quadro epidemiologico e normativo non sussistono le condizioni per provare e realizzare una produzione aperta al pubblico e del livello e con le caratteristiche richieste per un’inaugurazione di stagione". In sintesi: "Le rappresentazioni di Lucia di Lammermoor previste per il 7 dicembre e per i giorni seguenti sono rinviate".
Al netto delle restrizioni in arrivo, i vertici del Piermarini non hanno rinunciato al piano B: "È stato richiesto al sovrintendente e direttore artistico Dominique Meyer di approfondire la sua proposta per una soluzione alternativa di alta qualità per la serata del 7 dicembre. Non ritenendo di poter avere pubblico in teatro, si cercherà una formula per raggiungere una platea la più ampia possibile". L’idea a cui si sta lavorando prevede un concerto diretto dal maestro Riccardo Chailly (con orchestra ma senza coro) con la partecipazione delle grandi star della musica internazionale. "Siamo d’accordo con la decisione del teatro: era diventato troppo rischioso andare avanti – argomenta Paolo Puglisi, Slc-Cgil –. Ora ci troveremo per discutere della probabile reintroduzione del Fis (Fondo integrativo salariale, ndr)". Resta, però, l’ambizione di non rinunciare a Sant’Ambrogio: "La Scala può dare un segnale a tutto il mondo", sottolinea Puglisi. Intanto, è ripreso lo screening sugli artisti: i tamponi hanno dato esito negativo per tutti i ballerini; nel caso del coro, ai 21 contagiati già emersi nei giorni scorsi, se ne sono aggiunti due positivi al test rapido e almeno un’altra dozzina a casa con sintomi sospetti.
A loro ha dedicato un pensiero speciale Meyer, che martedì ha inviato una lettera inviata ai dipendenti: "Seguo con partecipazione – l’incipit – l’evolversi della diffusione del coronavirus tra i nostri lavoratori e sento il desiderio di rivolgermi a tutto il personale del teatro, ma in particolar modo a tutti coloro che in questo momento sono colpiti dal Covid-19, che sono malati e preoccupati, impossibilitati a svolgere il lavoro che tanto amano". Il manager alsaziano ha ripercorso le prime tappe della sua avventura scaligera, iniziata proprio in concomitanza con l’inizio del primo lockdown: "Sono arrivato in questo teatro sapendo che avrei trovato l’eccellenza in ogni settore, in ogni dipartimento, in ogni espressione artistica, ma ho trovato anche l’eccellenza nelle persone, nel vostro coraggio e nella vostra forza. Nella capacità di trovare una solida unità nell’affrontare questo nemico sconosciuto, inaspettato e tenace. Sento molta gratitudine per questo". La chiosa è carica di speranza: "Auguro a tutti quelli che tra voi stanno vivendo la malattia una pronta guarigione e auguro a tutti noi di poterci incontrare presto per poter riprendere a lavorare insieme, a fare musica, a vivere la nostra passione".