Prima della Scala, Chailly: Giovanna d'Arco opera significativa di Verdi

Il Maestro che dirigerà l'Orchestra della Scala lunedì, si è detto soddisfatto dell'entusiasmo mostrato giovani che hanno all'anteprima: "pensavano che si sarebbero annoiati" e invece hanno trovato "quest'opera bellissima"

Riccardo Chailly e l'assessore Filippo Del Corno (Newpress)

Riccardo Chailly e l'assessore Filippo Del Corno (Newpress)

Milano, 5 dicembre 2015 -  Il direttore d'orchestra Riccardo Chailly ha raccontato la "Giovanna d'Arco" davanti al pubblico dello 'Spazio Teatro 89', all'estrema periferia ovest di Milano, intervistato stasera dall'assessore alla Cultura del Comune di Milano Filippo Del Corno. "Altro che opera di scarso valoreGiovanna d'Arco è una delle cose più significative che Verdi fece tra il 1843 e il 1850, in anni di lavoro massacrante che lui stesso definì 'anni di galerà" ha detto il Maestro che  che lunedì sera dirigerà l'Orchestra della Scala nello spettacolo d'apertura della stagione operistica. 

"In quest'opera, che Verdi compose nel 1845 - ha spiegato Chailly - ci sono anticipazioni del Macbeth, del Rigoletto, della Traviata, dell' autodafé del Don Carlos, anche di Aida. Non solo: l'incipit del secondo atto ha le stesse note del Dies Irae della Messa da Requiem del 1874! Pensate che a 32 anni d'età Verdi aveva già questa musica nella testa...". Chailly "crede profondamente in quest'opera" e racconta la sua soddisfazione, quando ieri sera i giovani che avevano assistito all'anteprima, gli hanno detto che "pensavano che si sarebbero annoiati" e invece "quest'opera è bellissima"

Forse perché questa "Giovanna d'Arco" è il risultato di una ricerca che l'ha riportata alla versione che il grande compositore aveva concepito, senza i tagli della censura. "C'è una lettera di Verdi - ha raccontato Chailly - che fornisce a un Maestro che avrebbe dovuto eseguirla un dettagliatissimo elenco di come affrontare i momenti più importati dell'opera. Un'opera che non ha metronomo, ma Verdi stesso ne dà una particolarissima testimonianza cronometrica. Lui cronometrava i tempi delle varie parti dell'opera...".

Con l'orchestra, che non ha mai eseguito Giovanna D'Arco, Chailly ha affrontato dall'inizio la lettura di quest'opera. "Ma si trattava dell'Orchestra della Scala - ha sottolineato - e non è stato difficile trovare, con questi musicisti e anche con il Coro, il vero colore verdiano". Giovanna è divisa fra un piano di relazione terrena e un piano soprannaturale, con presenze angeliche e demoniache che parlano soltanto con lei. Come si traduce in musica?. "Abbiamo avuto la fortuna di lavorare - ha concluso - con un cast strepitoso, con Anna Netrebko che è forse la più grande cantante verdiana, e con Francesco Meli e Carlos Alvarez. Oltre al grandissimo Coro: perché questa è un'opera con tre personaggi più uno: il Coro, che porta sulla scena la presenza di angeli, demoni, soldati, popolo"

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