Scala, la Cgil posticipa lo sciopero: "Aspettiamo la fine della trattativa"

Agitazione spostata al 4 aprile: salvo il Guillaume Tell. A fine mese la nomina a sovrintendente di Ortombina

"Attendiamo che le promesse si trasformino in fatti". Sta tutta nella frase del delegato Slc-Cgil Paolo Puglisi la ratio della decisione presa ieri quasi all’unanimità (un solo contrario) dall’assemblea degli iscritti scaligeri al sindacato: lo sciopero programmato per il 20 marzo, in concomitanza con la Prima della maxi produzione "Guillaume Tell", è stato posticipato al 4 aprile, quando sul palco del Piermarini andrà in scena il debutto dell’opera "La Rondine". Tradotto: l’esordio dello spettacolo diretto dal maestro Michele Mariotti e allestito dalla regista Chiara Muti è salvo.

La schiarita in via Filodrammatici è arrivata dopo gli incontri di martedì e giovedì tra i delegati sindacali e la direzione del teatro, che hanno fatto segnare importanti passi avanti su molte delle questioni sollevate dalla Cgil nelle scorse settimane. In assemblea, i rappresentanti dei lavoratori hanno spiegato che i vertici dell’ente lirico hanno accolto "gran parte delle rivendicazioni economiche": il 99% del valore della mancata polizza assicurativa del 2023 e il 99% degli aumenti contrattuali in vigore dal primo gennaio 2024 verranno inseriti nello stipendio di marzo. Tuttavia, prima di revocare definitivamente l’agitazione, i dipendenti hanno scelto di aspettare che i soldi vengano effettivamente erogati e che tutti i nodi ancora sul piatto siano sciolti, confermando quindi lo stato di agitazione e spostando in avanti la data dell’eventuale mobilitazione. I delegati hanno anche informato l’assemblea del dialogo in corso sugli intermittenti e della riunione in calendario mercoledì sulle maschere e sulla divisione degli spazi nella torre di via Verdi. Intanto, c’è un’altra partita che si sta giocando alla Scala: quella sulla nomina del nuovo sovrintendente. La scelta potrebbe essere ufficializzata entro la fine del mese, almeno stando a quello che ha dichiarato ieri il sindaco e presidente della Fondazione Giuseppe Sala. Il primo cittadino è partito da una premessa: "Nel mio ruolo, devo avere la saggezza di cercare di tenere insieme tutti".

Del resto, ha aggiunto, "il Governo contribuisce con 30 milioni e quindi è importante, i soci privati contribuiscono in modo altrettanto significativo, e poi c’è la storia della Scala che deve portare a dire a chi fa il sindaco che le scelte devono essere fatte tenendo conto innanzi tutto delle esigenze di Milano, della Scala". Detto questo, "non è banalmente un problema di autonomia: il problema è incarnare i nostri valori, ma nel percorso che stiamo intraprendendo secondo me si può fare stare insieme tutto questo". Nessun commento sul nome emerso con forza nel corso dell’ultimo Consiglio d’amministrazione, quello di Fortunato Ortombina, sul quale Sala e il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano avrebbero trovato l’accordo. "Adesso altro non posso dire finché non convocheremo un Cda per passare dalla prima discussione a momenti di approvazione – ha chiosato il sindaco –. Non so se avverrà la prossima settimana o quella dopo".

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