di Nicola Palma
Ora ci siamo. A una settimana esatta dal ribaltone che aveva rimesso in discussione al fotofinish un accordo che sembrava ormai cosa fatta, ecco l’attesa fumata bianca dai piani alti della Scala: azienda e sindacati hanno sancito l’intesa, seppur non ancora formalizzata nero su bianco, sul rinnovo del contratto interno del Piermarini.
I termini sono più o meno gli stessi che vi avevamo raccontato giovedì scorso: al netto dei 500mila euro già garantiti per il welfare 2023 su polizza sanitaria e previdenza complementare, nel 2024 scatterà un aumento per i lavoratori del Piermarini pari a circa due milioni di euro, che riguarderà le voci fisse della busta paga e che porterà a un incremento della retribuzione annua lorda tendente al 5%, uguale in percentuale per tutti; nel 2025 e nel 2026, verrà erogato un altro milione, equamente diviso sui due anni con tranche da 500mila euro. La quadra è stata trovata ieri mattina, a valle dell’ennesimo incontro tra i rappresentanti di Cgil, Cisl, Fials e Uil e il management di via Filodrammatici. A quel tavolo sono stati sciolti anche alcuni nodi legati all’organizzazione del lavoro, che nei giorni scorsi avevano contribuito alla brusca frenata a pochi metri dal traguardo: le parti hanno condiviso di limitare le variazioni orarie sia per gli artisti che per i reparti di palcoscenico, rendendo così più certo l’orario di lavoro; i cambiamenti in corsa dovrebbero essere limitati a un massimo di 20 per professori d’orchestra, coristi e ballerini e a un massimo di 25 per i tecnici.
A proposito dei tecnici di palcoscenico (quelli della Cgil hanno dato vita sabato a uno sciopero che però non ha pregiudicato il debutto del balletto "Romeo e Giulietta"), l’ipotesi è di far sì che si arrivi gradualmente a un aumento delle settimane con doppio riposo, fino all’obiettivo di raddoppiarle dal 2027 in avanti. Come fare? Prevedendo per un numero equivalente di domeniche l’allargamento alla fascia oraria compresa tra le 17 e le 20. Un cambiamento che, nell’idea dei sindacati, potrebbe giovare pure al teatro, interessato a potenziare l’offerta nei weekend soprattutto nei mesi invernali e primaverili. Un cambiamento che non si tradurrebbe in costi aggiuntivi e che non intaccherebbe neppure la produttività del Piermarini. In ogni caso, se ne riparlerà dopo l’estate.
"Abbiamo trovato un equilibrio che riteniamo soddisfacente – fa sapere il capo della delegazione Slc Cgil Paolo Puglisi –. A settembre ci occuperemo delle questioni legate alla parte normativa".