Scala, caso Filarmonica: salta accordo col palcoscenico, stop compensi extra per concerti

Milano, non c’è intesa sui pagamenti ai tecnici, svolta al Piermarini: eventi inseriti nella turnazione normale. L’orchestra fondata da Abbado pagherà come le altre ensemble ospiti. La Cgil: subito un incontro

Un concerto della Filarmonica al Teatro alla Scala

Un concerto della Filarmonica al Teatro alla Scala

Milano, 15 gennaio 2023 - La trattativa è andata avanti per mesi, ma alla fine si è chiusa con un nulla di fatto. E il mancato accordo ha portato a una mini-rivoluzione nei rapporti tra la Scala e la Filarmonica, l’associazione indipendente, fondata nel 1982 da Claudio Abbado, di cui fanno parte come soci tutti i professori d’orchestra del teatro: già dal prossimo evento, in programma il 23 gennaio, i tecnici del palcoscenico impegnati nell’allestimento e nelle altre attività legate all’organizzazione dello spettacolo non lavoreranno più fuori turno, come accaduto finora, bensì regolarmente in turno.

No ai compensi extra

Conseguenza immediata: macchinisti, meccanici ed elettricisti non percepiranno più i compensi extra legati a quell’attività; le prestazioni per le serate Filarmonica rientreranno nel normale orario di lavoro. Quindi, nei fatti, l’ensemble che tra dieci giorni festeggerà 41 anni di vita si comporterà come tutte le altre orchestre ospiti: verserà il "gettone" da 25mila euro al teatro, che metterà a disposizione il personale necessario per la serata. Un cambiamento che sta creando parecchi malumori tra i lavoratori direttamente coinvolti, anche se qualcuno fa notare che sarebbero state proprio le loro richieste economiche, ritenute troppo elevate, a portare alla fumata nera; i rumors che filtrano dai corridoi parlano di una spesa superiore ai 40mila euro a concerto, con una cifra quasi raddoppiata in un decennio e vicina ai 400mila euro all’anno.

Spettacoli e concerti

Per il resto, non cambierà nulla tra le due istituzioni, inevitabilmente legate a doppio filo (il presidente onorario è il sovrintendente Dominique Meyer) e il cui rapporto è regolato da una convenzione. I musicisti di via Filodrammatici danno vita ogni anno alla stagione Filarmonica, che si compone di 10 spettacoli (quelli che vedevano impegnati i tecnici in orari extra turno); in cambio, si esibiscono, sempre come Filarmonica, in 17 concerti (definiti in gergo "di restituzione") della stagione sinfonica del teatro. L’ultima offerta, che pare sia stata rifiutata dai rappresentanti dei tecnici (i sindacati del teatro non sono mai stati coinvolti in questa partita), prevedeva l’equiparazione del compenso delle maestranze impegnate a quello garantito ai professori d’orchestra.

Il piano B

Il "no" avrebbe generato la reazione della Filarmonica (e della Scala), che, in assenza di alternative e non avendo intenzione di incrementare ulteriormente la cifra sul tavolo, avrebbe deciso di passare al piano B. Inutile dire che la mancata intesa potrebbe creare tensioni al Piermarini, anche se per adesso nessuno è uscito allo scoperto con dichiarazioni ufficiali o minacce di sciopero. Al momento, al Giorno risulta soltanto che la Slc-Cgil avrebbe scritto a Meyer per chiedere un incontro urgente su alcune "voci raccolte" sull’argomento e per confrontarsi sulla convenzione e sulla decisione di "ricomprendere nelle normali attività di turno" quelle di supporto e allestimento di prove e spettacoli della Filarmonica.

 

 

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